A volte basta davvero poco per penalizzare un comparto produttivo che ha numeri importanti dal punto di vista del fatturato e dell’occupazione. il tutto, poi, per una battuta in un film che è nelle sale in questi giorni.
Nella pellicola, “non ci resta che il crimine”, è uno dei tre protagonisti, Marco Giallini che rivolto ai suoi “complici”, Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi, dice sconsolato: “ Siamo rovinati. Non ci resta che vendere la mozzarella contaminata di Caserta…”.
Una licenza, per così dire, artistica che tira in ballo un settore che rappresenta il 12% del PIL della Campania e dà lavoro a ventimila persone e produce 50 milione di chili all’anno, 15 dei quali vanno all’estero.
Proprio ieri una delegazione giapponese era in visita al consorzio per la valorizzazione della mozzarella campana.
Gli accordi col Sol Levante sono importanti: la mozzarella è il cibo più richiesto dai mercati giapponesi.
Non c’è nessuno che non l’abbia mangiata una volta, è amata da tutti. Inoltre, i controlli sanitari nelle aziende bufaline del casertano sono serrati- Anche perchè ne hanno passate di tutti i colori: dalla diossina la brucellosi fino all’emergenza della cosiddetta Terra dei Fuochi, che ha gettato un’ombra su tutto l’alimentare made in campania.
Ma la frase nel film, però, è una battuta infelice proprio perché è il prodotto più controllato di tutti. Controlli estesi a tutta la filiera lattiero casearia. Otretutto è anche il prodotto che ha la massima esportazione in Europa. E nessun paese dell’Europa si è mai opposto alla alla commercializzazione.
Insomma, la possiamo mangiare senza alcun problema e alcuna diffidenza.
Allora la vera bufala è questa battuta del film.
Ora i responsabili del consorzio si aspettano una telefonata di scuse dagli autori e dagli attori del film, anche per evitare di andare in tribunale e avviare una causa di risarcimento. sarebbe anche l’occasione per un “salutare” assaggio di vera mozzarella di bufala campana.
