Il prossimo 2 giugno gli italiani celebreranno il tanto sospirato ‘tax freedom day’: dopo 5 mesi dall’inizio del 2018 (pari a 152 giorni lavorativi), il contribuente medio italiano avra’ assolto tutti gli obblighi fiscali dell’anno (Irpef, accise, Imu, Tasi, Iva, Tari, addizionali varie, Irap, Ires, etc.) e iniziera’ a guadagnare per se stesso e per la propria famiglia. Lo afferma la Cgia precisando che si tratta di “un esercizio” di calcolo “del tutto astratto che, comunque, da’ la dimensione di quanto sia smisurato il prelievo fiscale e contributivo dai portafogli degli italiani”.

L’Ufficio studi della Cgia ha preso in esame la stima del Pil nazionale di quest’anno e l’ha suddiviso per 365 giorni, ottenendo cosi’ un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato le previsioni di gettito dei contributi previdenziali, delle imposte e delle tasse che i percettori di reddito verseranno nel 2018 e le ha rapportate al Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione ha consentito di calcolare il ‘giorno di liberazione fiscale’ di quest’anno.

“Al netto di eventuali manovre correttive – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – quest’anno la pressione fiscale e’ destinata a scendere di mezzo punto percentuale rispetto al dato medio del 2017, per attestarsi, al lordo dell’effetto del bonus Renzi, al 42,1 per cento. Una discesa ancora troppo lenta e quasi impercettibile che, per l’anno in corso, e’ ascrivibile, in particolar modo, alla crescita del Pil e solo in minima parte alla diminuzione delle tasse”.