Summit nella notte. La decisione dei tre «tenori» dell’esecutivo – Conte, Di Maio e Salvini – di incontrarsi dopo la mezzanotte a Palazzo Chigi arriva dopo una giornata convulsa ma segnata dalla svolta del premier che si fa di fatto garante politico di un accordo tra Lega e Movimento. Il leader leghista va all’incontro con un obiettivo ben chiaro in testa: nessun via libera allo sbarco dalla Sea-Watch senza un accordo certo anche sui tempi e sui modi della presa in carico dei migranti da parte dei partner europei. Quanto all’altro tema incandescente, il voto del Senato sull’autorizzazione a procedere nei confronti del vicepremier, a quanto sembra, può attendere. Non è annunciato come oggetto del summit, anche se Salvini con i suoi ostenta fiducia sul fatto che gli alleati comprendano la posta in gioco. Per i Cinque Stelle, la lettera del vicepremier al Corriere è una doccia fredda. Il «cambio di rotta» è visto come uno squarcio, che apre scenari inquietanti per i pentastellati, obbligati a scegliere tra la fedeltà ai propri principi (concedendo il via libera a perseguire il leader della Lega) e la tenuta dell’esecutivo, visto che un «no» suonerebbe come uno strappo con il Carroccio. Ora che la frittata è fatta, la partita tra Lega e M5S, che può minare la stabilità del governo, si gioca soprattutto sui tempi che si prenderanno la giunta per le immunità, prima, e l’aula del Senato, poi, per decidere se autorizzare o meno il processo al ministro Matteo Salvini per il sequestro di oltre cento migranti della nave «Diciotti». Per salvarsi dalla trappola perfetta costruita ad arte da Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte provano a fare l’unica cosa possibile: trasformare il voto del Senato sul processo al ministro dell’Interno in un voto sul governo. Solo così, in nome di un interesse superiore e che riguarda tutti, il capo politico M5S potrebbe tentare di giustificare l’ennesima virata: la richiesta ai suoi senatori, in giunta e in aula, di votare no all’autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri. Matteo Salvini ha annunciato che sarà «suo dovere andare in giunta» per esporre le sue ragioni ed è scontato che l’apparizione del ministro a Sant’Ivo alla Sapienza sarà un vero evento che però permetterà alla giunta di fare il suo lavoro rispettando tutte le tappe previste dal regolamento.