A poche ore dal curioso deturpamento di un’opera di Banksy, lo street artista più famoso al mondo, ad Hounslow, quartiere occidentale di Londra, Inward Osservatorio sulla Creatività Urbana e il Comune di Napoli si attivano per preservare l’unica opera di Banksy presente in Italia. Sempre a Napoli, in via Benedetto Croce, era presente la sua “Estasi di Santa Teresa”, vandalizzata però nel 2010. L’opera da tutelare è in Piazza dei Gerolomini, meta di numerosi turisti e gruppi organizzati che si recano a visitarla tra i tanti altri tesori del centro antico napoletano.
Dopo anni di discussioni sull’accettazione di opere di questo tipo, è di alcune settimane fa la notizia che la città di Cheltenham ha deciso di conservare l’opera “Spy Booth” di Banksy. La vicenda, che riguarda anche la proprietà dell’opera, la sua tutela come bene artistico ed il restauro di un pezzo realizzato senza autorizzazione o committenza, mette in luce di nuovo la complessità in cui la street art si trova ad agire tra politiche culturali, burocrazia e mercato.
È invece di queste ore la notizia che un volto di ragazza sorridente con linguaccia è stato “coperto” da un burqa. L’opera è stata stimata 140mila euro e, a prescindere da ciò, gli abitanti del quartiere hanno manifestato il loro disappunto ricordando la felicità di quel sorriso perduto.
Inward, osservatorio internazionale sulla creatività urbana con base proprio a Napoli, che da anni sensibilizza l’opinione pubblica, il sistema dei media e i decisori politici sul valore della street art, si è speso particolarmente sulla presenza di questo tesoro inusuale di Banksy a Napoli.
“La nostra organizzazione da più di dieci anni promuove una seria discussione sul tema” – sostiene Luca Borriello, direttore ricerca di Inward – “dialogando con esperti e amministratori pubblici; e da anni lancia appelli per la tutela delle opere di Banksy a Napoli, unica città italiana ad ospitare capolavori dello street artista, segnalando, già nel 2005, la reinterpretazione dell’“Estasi di Santa Teresa” in via Benedetto Croce. Nel 2010, purtroppo, tale opera andò coperta ed Inward auspicò subito un intervento conservativo per l’altro stencil di Banksy in piazza dei Gerolomini, che ancora oggi resiste pur se danneggiato soprattutto dagli agenti atmosferici”.
“Oggi” – continua Salvatore Pope Velotti, direttore sviluppo di Inward – “crediamo che i tempi siano maturi affinché le consolidate tecniche del restauro siano applicate anche alle opere di street art, universalmente riconosciute come patrimonio artistico e delle comunità residenti, e l’opera di Banksy in piazza dei Gerolomini a Napoli sicuramente appartiene a questa categoria. Un restauro conservativo, che ne rallenti il naturale degrado senza andare a ripristinare il suo stato originario, è quanto di più di sensato mi sento di proporre per un alto esempio di street art internazionale”.
“L’idea di preservare l’opera di Bansky” afferma l’assessore ai Giovani del Comune di Napoli Alessandra Clemente “è stata rappresentata da Inward al Tavolo Tecnico per la Creatività Urbana, che l’Assessorato ha avviato nel 2013, ed è stata da me accolta positivamente. Sono molti i giovani che visitano l’opera di Banksy condividendo i selfie con l’angelo sui social ed anche così si fa promozione della nostra città. Prolungare la vita di quell’opera è dunque un dovere di noi amministratori, perché la street art, quando è di tale livello, è un vero e proprio bene comune”.
“La tutela delle opere d’arte”, prosegue Nino Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, “dovrebbe essere estesa anche alla street art, quando, in casi come quello di Banksy, sono indubbi il valore dell’opera e del suo autore che attraggono tanti turisti i quali, tra le innumerevoli bellezze del nostro Centro Antico, si fermano ad ammirare anche quell’opera”.