E’ stata definita, a ragione, la “truffa del babà”. E ha fatto molte vittime, in Campania, tra i ristoratori di Capaccio Paestum prima, e cilentani, poi. Nelle ultime settimane, diverse segnalazioni si registrano anche a Castellabate. La tecnica utilizzata sarebbe sempre la stessa. Una persona telefona al ristorante preso di mira. Si spaccia per un politico o, al massimo, per un sacerdote.
Prenota un pranzo o una cena per un numero abbondante di persone e invita il ristoratore ad ordinare dei babà napoletani presso una pasticceria da lui apprezzata. Così scatta il raggiro, scoperto puntualmente troppo tardi dalla povera vittima. Il ristoratore ordina i dolci e paga il conto, in genere piuttosto salato, quando gli vengono consegnati. Nel locale però nessuno si presenta per consumare il pranzo o la cena. “Ho provato a contattare telefonicamente”, spiega un ristoratore truffato al Mattino di Napoli, “sia lo pseudo politico che il rivenditore dei dolci, ma entrambi i numeri erano irraggiungibili. Abbiamo scoperto”, conclude, “che la carta per il confezionamento dei babà riportava il numero di una pasticceria napoletana completamente inesistente”.