Ieri a Berlino un milione di persone sono scese in piazza per celebrare la caduta del muro. Che è stato anche il simbolo della più grande operazione di riunificazione di un paese. Nell’89 la distanza fra la Germania dell’est con quella dell’Ovest era addirittura peggiore del divario che esiste fra il Sud e Nord dell’Italia. L’unificazione – scrive Isaia Sales, “è costata una somma considerevole ai tedeschi, imparagonabile con quanto speso negli stessi anni nel Mezzogiorno d’Italia, imparagonabile con quanto speso dalla stessa Cassa del Mezzogiorno dal 1950 alla sua chiusura. Oggi l’ex Ddr fa registrare incrementi del Pil altissimi e ha quasi raggiunto l’ex Germania federale. Anche. lì ci sono stati malumori e proteste contro i «fannulloni» dell’Est e contro l’aumento delle tasse causato dagli enormi contributi pubblici riversati nei cinque Lànder «meridionali». Il malumore e le proteste non sono sfociati né nella nascita di un partito anti-Lànder meridionali, né in tensioni politiche permanenti sulla ripartizione delle risorse nazionali. L’aumento dei tassi di crescita dell’Est si è trasformato in un aumento della crescita e della ricchezza nazionali. La Germania unita, investendo sull’Est, ha investito su se stessa. Se oggi la Germania è il Paese europeo che ha resistito meglio alla crisi è proprio grazie a questa politica di sostegno al suo «Mezzogiorno». L’Italia ha investito nel Sud quello che la Germania ha investito nell’Est? L’Italia ha investito su Napoli quello che la Germania ha investito su Berlino? Ma neanche lontanamente”.
Anzi, il divario continua ad operare. E, quello che è ancora più grave, nell’indifferenza generale. L’ultima fotografia scattata dallo Svimez, contiene dati agghiaccianti, con un Mezzogiorno che fra vent’anni rischia di trasformarsi nella zona più povera dell’Europa. Rischia la desertificazione. Eppure, nessun partito è intervenuto. Il Parlamento si è riunito una ventina di volte per eleggere i giudici della Consulta ma non ha trovato neanche un minuto per parlare di Sud. C’è una nuova eclisse della questione meridionale, al di là della voce, sempre più isolata, del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un processo involutivo: quando all’inizio del 1900 l’Italia scoprì il dramma di Napoli venne varata la legge Saredo. Quando, negli anni 50, si pose il problema del Sud, ci fu l’ultimo sussulto con la Cassa per il Mezzogiorno. Poi, dagli anni Settanta in poi, il problema è stato rimosso. Fino ad arrivare al silenzio assordante di oggi. A Berlino il muro fra Est e Ovest è caduto in una notte. La lunga notte della questione meridionale non passa mai.