di Giuseppe Pedersoli
Scusate in anticipo il gioco di parole: avevo accettato a malincuore l’invito di amici a pranzare da “Napoli nel cuore”, locale in Lusciano dedicato ai tifosi del Napoli. Una ventina di televisori sintonizzati su Sky, tovaglie, arredamento e dettagli dedicato alla squadra azzurra. Solo la toilette fa eccezione, insieme allo zerbino, all’ingresso: rendono omaggio a Juve, Milan, Inter, Roma e Fiorentina. Insomma, il posto ideale per vedere la partita del Napoli insieme a un esercito di commensali – tifosi partenopei. Del menù non parlo, mi dispiace per i gestori, perché assolutamente ininfluente. Eravamo tutti concentrati sulla partita. A tavola con noi, due papà che hanno rinunziato ad andare allo stadio per stare insieme ai figli (biglietti in tasca praticamente stracciati). Ecco, si è capito: nessuno ci credeva più, a quella cosa lì dai tre colori. Mertens sbaglia il rigore, inizia il tormentone: “Meno male che non siete andati allo stadio, vi sareste intossicati”. La palla non entra, Mertens non è in formissima, Insigne litiga coi tifosi, Stefano Sorrentino (il portiere del Chievo Verona) trentanovenne nato a Cava de’ Tirreni, si esibisce in tre o quattro miracoli. Segna il Chievo. “Meno male che non siete andati allo stadio, vi sareste intossicati”. Passano i minuti e la palla non entra nella porta dei veronesi. “Meno male che non siete andati allo stadio, vi sareste intossicati”. Al minuto n. 89, finalmente Milik, con un bellissimo colpo di testa, riesce a superare Batman Sorrentino. E’ pareggio. Si alza una voce: “Se pure foste andati allo stadio, sicuramente sareste usciti qualche minuto prima della fine e non avreste visto il pareggio. Meno male che non siete andati.” Ma al 93’ accade quello che solitamente si vede soltanto nei film con il lieto fine: Diawara indovina la traiettoria e buca la porta del Chievo Verona. E 2 a 1 per il Napoli, il campionato non è ancora finito, il pubblico è in delirio quasi come il sottoscritto. E la solita voce saggia, ironica, pungente ma anche felice, ricorda ai due papà d cui sopra: “Che peccato che non siete andati allo stadio, vi sareste consolati”. Nel locale non si è capito più niente, può anche darsi che qualcuno ne abbia approfittato per scappare via senza pagare il conto. Chi scrive non ha pianto ma aveva gli occhi lucidi. Considerato come è andata, voto 9 a tutto: ondata di antipasti, scialatielli coi gamberoni, paccheri alla genovese, calamari e gamberi fritti, scaloppina. Pure la pizza era eccezionale. Tutti i presenti avrebbero pagato per vedere la faccia di Massimiliano Allegri al gol di Diawara. Con Napoli nel cuore (andateci, è un’esperienza mistica), sempre forza Napoli.