Di SIMONA D’ALBORA
Non è il primo stop ma ci auguriamo che sia l’ultimo, questa volta a fermare la linea 1 della metropolitana è un blackout. Dopo quaranta minuti d’attesa, finalmente i passeggeri che verso le 17,30 si trovavano alla fermata Università riescono a prendere la metropolitana. Ma il treno percorre solo un chilometro e mezzo prima di fermarsi. Passano altri quaranta minuti, in cui il pensiero dei pendolari bloccati all’interno dei vagoni spazia: un allarme bomba, un attentato terroristico, di questi tempi, si sa si è portati a immaginare il peggio. E poi l’incubo di una metropolitana piena fino al limite uno sull’altro e l’aria che inizia a mancare, qualcuno che si sente male. Alla fine, dopo quaranta minuti, scendono dal treno, sui binari e si incamminano verso la stazione.
L’altoparlante avvisa del blackout, ma non ce n’è bisogno, alla stazione Toledo è tutto buio e ascensori e scale mobili sono fermi e il nervosismo sale. Un gruppo di passeggeri aggredisce il personale nel gabbiotto accusandolo di non essere intervenuto ad aiutarli. Insomma un incubo al centro della terra per i pendolari e il guasto della linea si ripercuote anche sul resto dei trasporti già saturi. Fermate del pullman affollatissime e traffico impazzito. E i napoletani ormai sono stanchi di vivere in una città in eterna emergenza. Avremo anche le stazioni più belle d’Europa, ma ultimamente sono anche le meno efficienti.