Robin Williams è stato trovato morto nella sua casa a Tiburon, nella contea di Marin, in California. Era uno degli attori statunitensi più famosi e apprezzati in circolazione, aveva 63 anni e l’ipotesi più concreta al momento è che si sia suicidato. Il Boston Globe lo definisce “l’attore premio Oscar e supernova della comicità le cui esplosioni di cultura pop e imitazioni hanno abbagliato il pubblico per decenni rendendolo un simbolo di quest’epoca”; il New York Times scrive che Williams è stato “un comico che si trasformò in un attore sorprendente e ricco di sfumature, che impregnava le sue performance di inventiva selvaggia e una specie di maniacale energia”.
Il medico legale della contea di Marin, si legge in un comunicato, sospetta che si tratti di un caso di suicidio. Williams sarebbe morto per asfissia, ma per avere informazioni più certe saranno necessarie ulteriori indagini. In passato Robin Williams aveva sofferto di problemi legati all’abuso di alcool e droghe; recentemente era tornato a un centro di riabilitazione per “perfezionare” la sua sobrietà, ha scritto il Los Angeles Times. Il suo agente ha detto che soffriva di una grave depressione. Una volta raccontò del suo lavoro: «Guardo il mondo, vedo quanto possa essere spaventoso, a volte, e comunque cerco di affrontare la paura. La comicità può aiutare ad affrontare la paura, senza paralizzarti ma anche senza dirti che tutto il male sparirà. È come se dicessi: ok, posso scegliere di ridere di questa cosa, e una volta che ci avrò riso sopra avrò cacciato il demone e potrò affrontarla davvero. Questo è quello che cerco di fare quando faccio il comico».
L’attuale moglie di Williams, la graphic designer Susan Schneider sposata nell’ottobre del 2011, ha diffuso questa nota:
«Questa mattina ho perso mio marito e il mio migliore amico, e il mondo ha perso uno dei suoi più amati artisti e uno dei suoi più belli esseri umani. Sono completamente distrutta. A nome della famiglia di Robin, chiediamo che venga rispettata la privacy in questo momento di profondo dolore. È nostra speranza che l’attenzione non si concentri sulla morte di Robin ma sugli innumerevoli momenti di gioia e sulle molte risate che lui ha provocato in milioni di persone.»
Robin McLaurin Williams era nato nel 1951 a Chicago. A 22 anni era stato ammesso alla scuola di recitazione della Juliard di New York, una delle più prestigiose scuole di arte e spettacolo al mondo. Dopo gli studi aveva cominciato a lavorare come comico, facendosi conoscere e apprezzare per uno stile che era allo stesso tempo molto irriverente ma mai esagerato e volgare. Scrive il New York Times:
Sul palco era noto per le sue tirate sulla politica, sulle questioni sociali e culturali, alte e basse; storie di droga e abuso di alcol; commenti osceni sui rapporti tra uomini e donne; e improvvisazioni fulminanti su qualsiasi cosa il pubblico gli facesse venire in mente. I suoi show erano sempre pieni di imitazioni frenetiche di attori, presidenti, principi, primi ministri, papi e anonimi cittadini del mondo. La sua irriverenza era leggendaria e incontenibile.
In seguito Robin Williams ottenuto alcuni ruoli in serie televisive come Happy Days e Mork & Mindy, una sitcom a metà tra la fantascienza e la commedia in cui interpretava uno strambo alieno umanoide.
Williams recitò poi in moltissimi film – ha raccontato che i suoi amici lo prendevano in giro dicendogli: “ehi, è uscito un altro film senza di te!” – e raggiunse negli anni una notevole fama internazionale: tra i suoi film più noti ci sono Good morning Vietnam, L’attimo fuggente, Will Hunting, genio ribelle e Mrs. Doubtifire. Ma era uno di quegli attori così espressivi e riconoscibili – quella faccia – da portare attenzioni anche su film che forse senza di lui ne avrebbero ottenute meno: come Patch Adams, per esempio, oppure Jumanji o One Hour Photo.
Vinse un premio Oscar nel 1988 per Will Hunting, genio ribelle, fu nominato altre tre volte per Good Morning Vietnam, L’attimo fuggente e La leggenda del re pescatore.