L’agricoltura continua a pagare un prezzo altissimo, in vite umane, agli infortuni sul lavoro. I quattro morti di ieri ad Arena Po, nell’Oltrepo Pavese, sono soltanto gli ultimi di una lunga catena di episodi, caratterizzati soprattutto da incidenti per il ribaltamento di trattori ed altri mezzi agricoli. Dall’inizio dell anno, sono già 105 le vittime di questo tipo di infortuni, secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna, che dal 2008 tiene la tragica contabilità delle vittime del lavoro, proprio in questi giorni arrivate a superare quota mille nel 2019 (1.012 per l esattezza, di cui 491 nei luoghi di lavoro e i restanti in itinere).
Stando ai dati dei primi sette mesi dell anno, divulgati dall’Inail, gli incidenti mortali in agricoltura sono aumentati del 39,3%, rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, con un incremento di 22 vittime(da 56 a 78). Inoltre, la crescita dei decessi ha riguardato soltanto la componente dei lavoratori stranieri, sia comunitari (da 29 a 40) che extracomunitari (da 64 a 71).
Esprimendo «cordoglio e profonda vicinanza» ai familiari delle quattro vittime, l Istituto, si legge in una nota, «richiama la necessità di rafforzare la sinergia tra istituzioni e parti sociali per individuare soluzioni efficaci e promuovere l adozione di strumenti in grado di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, rafforzando ulteriormente la collaborazione fra tutti gli attori, pubblici e privati, della prevenzione». L’allarme sulla crescita degli infortuni mortali in agricoltura, è rilanciato dall’Anmil, l associazione che rappresenta oltre 350mila infortunati e parenti delle vittime del lavoro.