di Massimo Calise
Alcuni rioni di Messina sono ancora senz’acqua. Anche questa notizia ci ricorda le quotidiane emergenze del nostro Paese: i ruscelli esondano, le colline franano, le scuole cedono, i beni archeologici rischiano, le strade sprofondano, le reti s’interrompono, … .
Eppure, sembra banale scriverlo, una seria e accorta riduzione dei costi (oggi spending rewiew) unita ad una politica d’investimenti nella manutenzione eviterebbero tante “ordinarie emergenze”. Nel contempo si creerebbero posti di lavoro duraturi, si risparmierebbero, nel medio/lungo periodo, denari pubblici, si eviterebbe catastrofi e, soprattutto, tante sofferenze e vittime umane.
La Sicilia vive una situazione drammatica. A Messina, per l’emergenza idrica, la popolazione si dibatte in condizioni indegne; a Gela, Agrigento, Milazzo l’acqua non è un bene di quotidiana disponibilità.
E la viabilità? La Messina-Catania interrotta per una frana, un viadotto sulla Palermo-Catania ha ceduto, … .“Viaggiare informati” è un bollettino di guerra!
Le ferrovie non sono da meno: la Regione ha solo 178 Km di linee a doppio binario (fonte www.rfi.it) e, ad esempio, la sola distanza fra Palermo e Messina supera i 200 chilometri!
Sono carenze, che in modo e misura diversa, riguardano tutta l’Italia. Allora prospettare grandi opere risulta essere solo un’operazione propagandistica di cui i cittadini/elettori dovrebbero tener conto. Quest’ultimi chiedono, prioritariamente, una quotidianità dignitosa, sicura, insomma vivibile: La nostra classe politica risponde o con l’affannosa rincorsa alle emergenze che incalzano o con grandi opere spesso solo annunciate. E, paradossalmente, tutto ciò convive con una mancanza di visione, con una politica dallo sguardo corto.
Voglio chiarire, credo che tutti noi accetteremmo sacrifici immediati a fronte di benefici futuri prospettati con credibili progetti strutturali, strategici. Ma non è di questi che stiamo parlando!
La bontà delle proposte deve essere unita alla credibilità dei proponenti, a queste condizioni si possono anche chiedere sacrifici. Ma è credibile, ad esempio, un politico che sollecita per la sua regione una mega-opera, il Ponte sullo Stretto, e sembra ignorare, colpevolmente, che la stessa regione è gravemente carente in strade, ferrovie, acquedotti, … ?
È cronaca vecchia che si ripete, un passato che non passa. Allora possiamo ben immaginare che, parafrasando la frase attribuita a Maria Antonietta, a chi dica “Ministro Alfano, il popolo ha sete, manca l’acqua!” Egli risponda “Beh, dategli il Ponte!”