“Stiamo recuperando 15 anni di ritardi”. “Certo che è una rivoluzione. Ha ragione Renzi, questa delle donne ai vertici delle più importanti società pubbliche è una grandissima rivoluzione. Non si era mai visto”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in merito alle nomine dei vertici di alcune aziende pubbliche fatte dal governo due giorni fa. Fino a qualche settimana fa anche lei donna-manager ed ora membro dell’esecutivo Renzi, la Guidi assieme ad altre “ministre” di peso come Mogherini , Pinotti e Giannini, incarna a pieno il nuovo “credo”. “Già dalla composizione del governo – spiega intervistata dalla Stampa – si era capito quale poteva essere la filosofia legata alla presenza delle donne in ruoli strategici e di grande rilevanza”.
Ed il ministro ci tiene a segnalare non solo “il livello delle professionalità messe in campo, certamente eccellente”, ma anche “il dato quantitativo, 11 le donne che entrano nei cda, altro fattore assolutamente rilevante”. Insomma “è una vera e propria rivoluzione culturale che, finalmente, si può dire che si sta affermando anche nel nostro Paese’. Anche per questo oggi il ministro dello Sviluppo ha un po’ rivisto il suo giudizio sulle quote di genere. “Lo dico da donna che ha sempre fatto lavoro ‘da maschio’ in un ambiente di lavoro sempre pieno di uomini: anch’io all’inizio non ero convinta delle quote rosa. Non volevo essere trattata come un animale in via d’estinzione che andava protetto. Poi col tempo mi sono resa conto che serviva uno choc, qualcosa che ponesse all’attenzione di tutti che nel nostro Paese c’era un ritardo incredibile su questo tema”. Quanto alle critiche, la più ricorrente è che “alle donne sono stati assegnati incarichi di facciata”, sono “letture poco generose”. “Parliamo di ruoli di grande responsabilità e il segnale è chiarissimo: laddove ci sono professionalità e competenze uomini e donne devono essere valutati alla pari”.
Fonte: Il Velino