Il ministero degli Interni ha disposto l’acquisto «con procedura di emergenza» delle macchine fotografiche necessarie per schedare i rifugiati, perché quelle che ci sono non bastano. Un ordine analogo è arrivato agli informatici, ai quali viene chiesto di modernizzare il software per dialogare con le banche dati comunitarie e identificare a dovere chi sbarca sulle coste della penisola. Anche così Roma cerca di rispondere al pressing ossessivo dell’Ue, che esige un’adeguata vigilanza sul fronte Sud e vuol vedere funzionanti i centri di accoglienza «hotspot». Nei quali, si sottolinea, dovrebbe essere anche consentito «l’uso della forza» per raccogliere le impronte e «trattenere più a lungo» chi si oppone all’applicazione delle legge sui migranti. È il momento della stretta e della massima pressione, fra le polemi che che non mancheranno.