In Europa c’è una macchina ingolfata, che non funziona: la chiamano “ricollocamento”. E il complesso meccanismo di redistribuzione dei migranti che dovrebbe sgravare i Paesi di primo arrivo: Italia e Grecia. E invece? Invece è un clamoroso flop: a otto mesi dalla sua approvazione, sono solo 530 i rifugiati trasferiti dall’Italia e 615 dalla Grecia. Briciole. Dovevano essere circa 100mila in due anni. A scattare la fotografia della scarsa solidarietà europea» è uno studio della Fondazione Leone Moressa, che analizza i numeri della Commissione Ue. Pochi i Paesi generosi che stanno facendo la loro parte. I più sembrano essersi chiamati fuori. Ma cosa sono i ricollocamenti? “Con il meccanismo di ricollocazione, istituito da due decisioni del Consiglio del settembre 2015 – si legge sul sito della Commissione europea – gli Stati si sono impegnati a ricollocare 160mila persone in evidente bisogno di protezione internazionale dall’Italia e dalla Grec ia (ed eventualmente da altri Stati membri ) entro settembre 2017: una manifestazione concreta di solidarietà”. Poi le quote sono scese a 100mila (39.600 dall’Italia e oltre 63mila La Francia è tra i paesi più generosi, la Germania fra quelli chesi tirano indietro dalla Grecia). In cambio Grecia e Italia devono fare i “compiti”, aprendo hotspot sul proprio territorio dove identificare e fotosegnalare i migranti in arrivo. Ebbene l’Italia ha fatto in gran parte il suo, rendendo operativi quattro hotspot sui cinque richiesti, eppure la macchina dei ricollocamenti pare ancora non voler camminare.

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