E’ nuovamente vuoto l’hotspot di Pozzallo dopo oltre due mesi dalla sbarco del 24 novembre scorso quando un motopeschereccio di una quindicina di metri, era arrivato fino alle coste italiane in autonomia, con 264 migranti a bordo (184 uomini, 43 donne e 37 minori). Gli ultimi migranti, 40 ieri e 35 oggi, sono stati trasferiti fuori dalla provincia di Ragusa; tra di essi, diversi nuclei familiari. Intanto, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha spiegato la sua contrarieta’ al decreto sicurezza ma la necessita’ di rispettare le regole e modificarle secondo gli strumenti della democrazia. “Il punto e’ questo – spiega il primo cittadino di Pozzallo – e riguarda il fatto che viviamo in uno stato di diritto. Le leggi vanno rispettate anche se non si condividono. Qui parliamo di diritti fondamentali della persona che non possono essere garantiti”. Un esempio? “Con questo decreto, viene negata agli immigrati la possibilita’ di iscriversi alla anagrafe, di fruire dei servizi sanitari, di iscrivere i bambini nelle scuole. Sono diritti fondamentali dei cittadini che devono essere garantiti eppure in questo modo vengono tolti gli strumenti stessi per garantirli”. E ancora: “Parliamo della chiusura degli Sprar, dell’accoglienza dei migranti che perde delle parti fondamentali. Non condivido lo spirito del decreto sicurezza perche’ la sicurezza non dipende dall’immigrazione. Quest’anno sono sbarcati poco piu’ di trentamila migranti. Con questo decreto anzi, la sicurezza diminuisce! Con la chiusura degli Sprar, centinaia di immigrati sono per strada, preda facile di organizzazioni criminali e malaffare. Insomma, deve essere fatta una battaglia politica seguendo regole”