di SIMONA D’ALBORA
Si chiama “Il mestiere di carta” la prima fatica letteraria di Gino Giaculli, pubblicata da Homo Scrivens. Gianluca Ogiani, il personaggio del libro, è un cronista politico del quotidiano Il Graffio, che si trova ad indagare su uno strano fenomeno: mentre corre sul lungomare di Napoli ascoltando rock, la musica sparisce dalle cuffie del suo smartphone. Accompagnato dal fotoreporter William partirà proprio da via Caracciolo per cercare di svelare il mistero. La sua ricerca sfiorerà i palazzi della politica, mentre la città è alla vigilia delle elezioni del nuovo sindaco e le indagini si intrecceranno con personaggi legati al ciclo dello smaltimento dei rifiuti nocivi e al mondo degli affari. In una Napoli, dove il lungomare, per metà aperto al traffico è al centro della scena per gli eventi come Coppa America, Coppa Davis e giro d’Italia, che attirano turisti, toccherà al cronista risolvere il mistero che lo circonda dall’alto e intorno, andare a fondo, anche nel sottosuolo. Perché proprio nel sottosuolo gli si aprirà un nuovo mondo.
Gianluca Ogiani è un cronista che conosce la tecnologia e vive i cambiamenti del suo mestiere, un po’ come l’autore del libro, Gino Giaculli, giornalista de Il Mattino, ma diversamente dal protagonista del suo libro, che vive del suo lavoro, riesce a conciliare vita privata e professione. Ne Il mestiere di carta, Gino Giaculli ha saputo raccontare con maestria il suo mondo, la sua professione, la sua Napoli tra realtà e fantasia.