Le elezioni si avvicinano e anche questa volta sembra che la chiamata diretta degli scrutatori sia la strategia scelta dai partiti di vecchia e “di nuova costituzione ” per garantirsi un minimo di consenso. È accaduto anche in occasione dell’ultimo referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, ricorda Savino Giannizzari portavoce del movimento 5 stelle al comune di Potenza, quando fu suggerito proprio da noi il sorteggio tra le liste dei disoccupati per offrire una equa opportunità senza attivare il becero meccanismo del servilismo politico, originale metodologia da kermesse elettorale. Sfuma cosi la possibilità di cominciare a dimostrare, in momenti cosi delicati per il Paese, senso di responsabilità verso l’istituzione e i cittadini costretti a subire le scelte dei soliti noti abituati ad accontentare i fedelissimi per pochi spiccioli “usandoli” per incrementare il contenitore delle preferenze. Infatti il primo febbraio in una convocazione dei Presidenti dei Gruppi Consiliari si è deciso con il benestare di tutte le compagini politiche, ad esclusione del Movimento 5 Stelle di procedere con la chiamata nominale, la dea bendata lascia il passo a una bella trascrizione vecchio stile, un voto è sempre un voto