Svolta nel caso dell’omicidio del medico 25enne Aldo Naro, ucciso con un calcio alla testa nel corso di una rissa nella discoteca Goa di Palermo. Un diciassettenne dello Zen si e’ costituito al minorile Malaspina. I carabinieri avevano interrogato i circa 600 giovani che si era recati nel locale dove era in corso una festa di carnevale nella quale il minorenne si era introdotto non invitato. La lite, presto degenerata, era stata innescata dal furto di un cappello a un ragazzo che faceva parte del gruppo della vittima. I militari hanno visionato decine di ore di filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona e avevano individuato il giovanissimo che non avevano trovato in casa. Folla ai funerali di Aldo. Sulla bara un camice bianco Sentitosi braccato avrebbe cosi’ deciso di consegnarsi presso il carcere minorile dove viene sentito dai magistrati della procura minorile. Il minore si e’ presentato al carcere Malaspina accompagnato da un avvocato dove viene sentito oltre che dai magistrati, dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. I militari avevano concentrato i loro maggiori sospetti sul ragazzo, del quartiere Zen, che la sera tra venerdi’ e sabato si sarebbe “imbucato” in discoteca: il suo nome infatti non comparirebbe nella lista degli ingressi. Nei giorni scorsi era stata effettuata anche una perquisizione in casa del minorenne che pero’ non era stato ancora trovato. Il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, nei giorni scorsi, a proposito dell’indagine – coordinata da lui in raccordo con l’aggiunto Corselli e i sostituti Marzella, Camilleri e De Flammineis – aveva parlato di una “indagine molto complessa” e che si stava “lavorando per individuare il colpevole e non un colpevole”.
A San Cataldo, ieri, i funerali nella chiesa Madre di Aldo Naro, ucciso venerdì scorso a colpi di bottiglia e calci. La Chiesa era gremita per dare l’ultimo saluto al giovane medico, sulla bara è stato poggiato un camice bianco, la famiglia composta nel dolore di chi perde un figlio, ha assistito alla celebrazione funebre.
Il Vescovo Mario Russotto dal pulpito ha detto nella sua “Migliaia di giovani non solo in Sicilia ma in tutta Italia, si sono chiesti come è possibile morire per festeggiare una laurea, come è possibile morire nel terzo millennio per l’inciviltà di altri giovani. Dobbiamo aiutare Dio a costruire insieme a lui la civiltà dell’amore, perché noi adulti gli abbiamo consegnato una società di furbi, pronti a scendere a compromessi. I giovani possano costruire la società che noi abbiamo distrutto”.
(Laura Bercioux)