DI LAURA BERCIOUX
La Dia di Palermo sequestra 800 milioni di euro, questo il valore dell’immenso patrimonio di Giuseppe Acanto, il ragioniere, l’ex politico, vicino alla cosca mafiosa di Villabate. Un patrimonio vasto e cospicuo tra titoli, conti correnti, fondi di investimento, appartamenti, auto, 25 aziende che vanno dall’ortofrutta alla distribuzione di metano. Un impero che la Dia ha confiscato come squestro preventivo. Oggi la conferenza stampa alla sede della DIA di Palermo“Oggi questa conferenza stampa – dice il Capo della Dia Riccardo Sciuti – è stata convocata in ragione di un’operazione di servizio che ritieniamo vocazionale della Dia e quella dell’aggressione patrimoniale alla mafia. Su disposizione del Tribunale di Palermo, il dott. Petralia procuratore aggiunto la Dia ha proposto una misura di prevenzione ai patrimoni del ragioniere Giuseppe Acanto. Il primo step di questa operazione è il sequestro dei beni che sono riconducibili ad Acanto e alla sua famiglia che hanno partecipato nelle attività delle imprese che ha messo in piedi. Quando si può aggredire un patrimonio, lo sapete meglio di me, è quando l’autorità giudiziaria conducendo le attività investigative della DIA, ritiene che questo patrimonio sia stato illecitamente accumulato grazie alla connivenza e alla partecipazione di Cosa Nostra. Noi abbiamo motivo di ritenere e condiviso con Autorità giudiziaria che il cospicuo patrimonio del ragioniere Acanto sia stato accumulato grazie ad un patto stipulato in particolare con la famiglia mafiosa di Villabate. Le vicissitudini, la sua storia parte da lontano, la famosa truffa messa in piedi per finire all’omicidio del giovane socio di Acanto trovato ucciso in un auto bruciata, In ragione di questa storia Acanto si è allontanato da Palermo, per ritornare a Palermo ha dovuto raggiungere qualche intesa. Acanto ha avuto tutta una serie di incontri e vertici con i boss di Villabate ha dovuto pagare un prezzo: il prezzo da pagare era stare a completa disposizione della famiglia mafiosa”.
Nel filmato il Capo della Dia, Riccardo Sciuti parla anche della latitanza di Provenzano e della cosca di Villabate, del prezzo che Acanto ha pagato a Cosa Nostra per accumulare le ricchezze sequestrate, e del passato politico di Acanto come parlamentare regionale con la lista Biancofiore legata a UDC e Cuffaro.