Novantacinque persone sono state arrestate a Palermo da carabinieri, polizia di Stato e Guardia di finanza nell’operazione antimafia da loro chiamata “Apocalisse” e che ha riguardato i clan dell’area occidentale della citta’, e in particolare i mandamenti di Resuttana e San Lorenzo. Sequestrati, inoltre, beni per diversi milioni di euro. Associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e altri reati sono contestati a vario titolo dalla Dda di Palermo che ha coordinato le indagini. Ricostruito l’organigramma dei due mandamenti, con l’identificazione di capi e gregari che negli ultimi anni hanno sottoposto a una soffocante pressione estorsiva numerose imprese edili e attivita’ commerciali e hanno esercitato un diffuso condizionamento illecito dell’economia locale.
A distanza di oltre un secolo e’ stato svelato chi ha ucciso il 12 marzo 1909 Joe Petrosino, il poliziotto italo americano venuto a Palermo per sgominare una banda di mafiosi. A rivelarlo, senza sapere di essere ascoltato dalle cimici degli investigatori, e’ stato uno dei discendenti del killer. E’ uno dei retroscena della maxioperazione antimafia che all’alba di oggi ha portato all’arresto di oltre novanta persone. L’uomo, Domenico Palazzotto, 29 anni, si vantava con gli amici che il killer di Petrosino era stato uno zio del padre: “Ha fatto lui l’omicidio del primo poliziotto ucciso a Palermo. Lo ha ammazzato lui Joe Petrosino”, aveva detto agli amici mentre le microspie lo registravano. Joe Petrosino venne ucciso alle 20.45 del 12 marzo 1909, tre colpi di pistola in rapida successione e un quarto sparato subito dopo, suscitarono il panico nella piccola folla che attendeva il tram al capolinea di piazza Marina aPalermo.