Era l’aprile del 1964 quando Pier Paolo Pasolini iniziò le riprese de “Il Vangelo secondo Matteo” trasformando abilmente Matera in Gerusalemme. Oggi, 50 anni dopo, la città di Matera rende omaggio a questo capolavoro pasoliniano attraverso la mostra “Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema e fotografia” presso Palazzo Lanfranchi e curata da Marta Ragozzino, Soprintendente BSAE per la Basilicata e Giuseppe Appella, Direttore del MUSMA . Brani dei suoi film, interviste, documenti, tante fotografie, materiale bibliografico e oggetti tridimensionali (tra i quali la macchina da presa del regista e i costumi originali del film), indagano quel rapporto privilegiato tra il grande regista e il paesaggio suggestivo della città dei sassi. La mostra, inaugurata il 21 luglio e aperta fino al 4 novembre 2014, è divisa in sei sezioni sapientemente suddivise.
La prima, esposta nella Sala Pascoli, si intitola La Fulgorazione figurativa. Il cinema di Pasolini 1960/1964, e racconta per l’appunto tutto il cinema prima del “Vangelo”; Segue Da Roma ad Assisi alla Palestina: l’ideazione del Vangelo che si snoda in tre diverse salette. La Terza sezione, Matera come Gerusalemme, la scelta del sud, della Basilicata e della città. La quarta parte si interessa del film, della presentazione, con i consueti clamori e polemiche, compreso il Festival del Cinema di Venezia in cui riceve diversi premi tra cui quello della Critica ma non il Leone d’Oro. La quinta sezione riguarda Matera e si intitola Il sole ferocissimo e antico di Matera. L’ultima sezione, intitolata “Tra Gruppo Uno e Gruppo 63” presenta importanti opere d’arte realizzate dai principali protagonisti del dibattito artistico dei primi anni Sessanta.
di Camilla Lombardi
fonte: quotidianoarte.it