Con un lunghissimo reportage, il New York Times fa il punto su Matera Capitale della cultura nel 2019. E, l’articolo, comincia con una battuta fulminante del sindaco della città, Raffaello De Ruggieri: “Non vogliamo turisti, non vogliamo essere occupati dai turisti. Perchè in questo modo la città perderà la sua anima”… La giornalista resta sorpresa dalle parole del primo cittadino. Ma anche dalle bellezze di Matera. E dal racconto che ne fa il sindaco. Concentrato su tre date: il 1922, quando la Basilicata fu ribattezzata Lucania dai fascisti. Il 1945, quando il dottore e scrittore dissidente Carlo Levi pubblicò qui il suo memoriale dell’esilio, “Cristo si fermò a Eboli”, che divenne un documento definitivo delle realtà del Sud estrema povertà, carestia, malattie, malaria diffusa. Infine, il 1993, la redenzione, quando l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, o l’Unesco, aggiunse Matera a una delle liste più esclusive del mondo.
Negli anni ’50, più di 15.000 persone vivevano nelle caverne, ma nel 1952 le autorità dichiararono che le condizioni di vita nelle grotte erano inaccettabili e che vivere in una grotta diventava illegale. Fu solo nel 1986 che il governo italiano decise di investire nella ristrutturazione delle caverne.