Un mondo in guerra. Sono poche le nazioni al riparo delle armi. La lista delle “oasi pacifiche”, oltre alla Svizzera include Giappone, Qatar, Mauritius, Uruguay, Cile, Botswana, Costa Rica, Vietnam, Panama e Brasile. Non ci sono, invece, i principali Paesi dell’Unione Europea, dal momento che le classifiche considerano anche i coinvolgimenti indiretti nei conflitti armati.Stati membri della Nato che partecipino ad operazioni in Afghanistan, o anche a missioni d’interposizione sotto l’egida Onu, sono in qualche modo coinvolti nei conflitti. Inoltre l’Iep misura quella forma di partecipazione alla guerra che sono le vendite di armi. Da questo punto di vista perfino la Svizzera perde punti. Tra le poche eccezioni veramente virtuose c’è il Costa Rica che ha abolito le forze armate. Tra i paesi in stato di guerra vengono inclusi ovviamente anche casi come la Corea del Nord: lì non c’è una guerra guerreggiata, ma l’intera nazione vive sotto il terrore di un conflitto imminente, che serve a giustificare una delle dittature più feroci della storia. Il rapporto dell’Iep non sottovaluta quelle tensioni interne — sociali, economiche, religiose, ideologiche — che possono sfociare in guerre civili o quantomeno in violenze di piazza.