Si delineano con maggiore precisione i contenuti della manovra economica all’esamae della camera per l’approvazione finale. La manovra conterrà più fondi per le pensioni e le politiche sociali, meno risorse per la scuola, per i beni culturali, il soccorso civile e l’accoglienza degli immigrati. Una spesa decisamente più alta per gli interessi sui titoli pubblici, ma anche una sforbiciata progressiva, e assai pesante, agli incentivi concessi alle imprese. Sulle quali, come emerge dal bilancio pubblico che si delinea per il prossimo triennio, graveranno, alla fine, i costi maggiori della manovra del «cambiamento», la prima del governo giallo-verde.Il bilancio pubblico riclassificato per «azioni politiche» che viene allegato al disegno di legge di Bilancio rende in modo evidente le scelte operate. Ne frattempo, nel corso del dibattito parlamentare, si scatena il consueto “assalto llla diligenza”, come evidenzia nell’articolo di apertura il Sole 24 Ore.”Si è creato – si legge -un elenco di almeno 106 ‘interventi polvere’, che non cambiano il segno della manovra (valgono in tutto 280 milioni, meno dell’i% della manovra) ma archiviano la promessa principale della riforma del 2016: una legge di bilancio tutta di tabelle per dire addio all’assalto alla diligenza e alle micromisure, che non dovrebbero entrare nel calderone della ex Finanziaria, ma trovare spazio in leggi di settore”. E si registra, infinem il giudizio assai duro Giuseppe Pisauro, presidente dell’Upb, nella sua audizione di ieri alla Camera: «La manovra è chiaramente recessiva almeno per il biennio 2020-2021». Il governo, intanto, fa marcia indietro sulle tasse sul volontariato, e promette che il contestatissimo aumento dell’Ires sulle attività di volontariato e senza scopo di lucro (dal 12 al 24%) contenuto nella manovra sarà presto abolito, con un provvedimento ad hoc a gennaio.