Nella trincea degli imprenditori della Piccola Industria «c’è indubbiamente una preoccupazione che sta salendo ogni giorno in maniera esponenziale». Il presidente, Carlo Robiglio, intervistato dall’agenzia Ansa, descrive così il clima nelle aziende, dove alla sfida quotidiana del fare impresa si aggiunge oggi l’attenzione sulle mosse del Governo e la manovra economica: «l’imprenditore non ha paura delle difficoltà, ha paura dell’incertezza, delle cose non chiare. E mai come in questo momento vede incertezza quindi blocca gli investimenti». E chi già lottava «per difendere la trincea» ora «ha paura che finisca in una Caporetto». Gli ultimi dati Inps e Istat sull’occupazione, in particolare sul mese di settembre – con il brusco e contemporaneo calo dei nuovi contratti a termine, stagionali e in somministrazione, non compensato da una crescita degli occupati (scesi di 37mila unità) – ha acceso una spia nella maggioranza, in particolare nella sua componente “verde”. Sotto la lente è finito il decreto dignità, in vigore dallo scorso 14 luglio, che ha operato una forte stretta sui rapporti d’impiego flessibili, che dal 1° novembre è entrato a regime con l’esaurirsi, il 31 ottobre, del periodo transitorio. Due, in particolare, sono gli aspetti più critici della nuova normativa: la re-introduzione delle causali, vale a dire le ragioni che giustificano il ricorso a un rapporto temporaneo, che dopo i primi 12 mesi “liberi” diventano obbligatorie in caso di proroghe e scattano sempre nei rinnovi; e l’aggravio contributivo, dello 0,5%, aggiuntivo rispetto all’1,4% già previsto dalla legge Fornero, che, come confermato dalla recente circolare del ministero del Lavoro, 17/2018, si applica pure a tutti i rinnovi di contratti di somministrazione, stagionali inclusi. Per ciascuno di questi due aspetti si starebbero studiando correttivi.