Si continua a puntare all’accordo, con la strada aperta dal via libera di Lega e M5S alla revisione al ribasso dei fondi per «quota 100» e reddito di cittadinanza. Ma i tempi si allungano, sia in Parlamento sia a Bruxelles, dove crescono le quotazioni di un rinvio della decisione definitiva sui conti italiani. Intanto il documento italiano inviato ieri mattina alla commissione rifà per l’ennesima voltai conti del progetto di bilancio, che con le riduzioni di spesa scende a quota 31-32 miliardi. Per evitare una procedura sui conti però, all’Italia la Commissione Ue chiede solo di non peggiorare o di ridurre di pochissimo il deficit «strutturale». Ma è qui che l’accordo non c’è: l’ultima proposta inviata dal governo a Bruxelles contiene troppe entrate che incidono per un solo anno, da quelle per le vendite di immobili pubblici alla «eco-tassa» sulle auto di grossa taglia. Invece la Commissione Ue chiede fra 2,5 e tre miliardi di misure «strutturali» e non solo temporanee in più. Sembrerebbe un diaframma minimo. Ma è ciò che ieri, per l’ennesima volta, ha impedito di chiudere con un accordo fra il governo e la Commissione