Gli europei vogliono vedere altri soldi. «Non siamo in Europa con il cappello in mano, il nostro saldo è il 2,04%, non abbiamo altri margini», affermava Giuseppe Conte al termine del Consiglio europeo di Bruxelles. Ma difficilmente i giallo-verdi eviteranno la pesante procedura Ue sul debito senza mettere nuovamente mano al portafoglio, tanto che il ministro Tria ha lasciato la capitale europea per tornare a Roma con il premier. Il conto da pagare c’è, ma sarà meno salato dell’iniziale buco da 4,5 miliardi individuato l’altro ieri dai tecnici europei studiando la nuova proposta italiana, quella della retromarcia sul deficit dal 2,4 al 2,04%. E’ una partita complessa, dove tecnica e politica si intrecciano. E ora per sbloccare la trattativa con la Ue serve l’avallo di Salvini e Di Maio a un secondo taglio.