La manovra economica attend ora il il voto finale di lunedì prossimo, per poi passare al Senato. Il ministro Pier Carlo Padoan ha garantito «che vinca il sì o che vinca il no nel referendum costituzionale non ci saranno impatti sulla manovra». Scongiurato almeno in parte l’assalto alla diligenza con 241 emendamenti approvati dei 900 segnalati ed estrapolati dalle 5mila proposte di modifica depositate in Commissione Bilancio. Modifiche che non hanno comunque stravolto l’impianto della manovra risparmiando capitoli come i premi di produttività, la cancellazione della clausole di salvaguardia dell’Ilva o la nuova Imposta sul reddito dell’imprenditore. La legge di Bilancio supera l’esame della Camera, ma scoppia un caso sull’emendamento scomparso: i 50 milioni di euro di copertura all’Asl di Taranto per l’impennata di tumori e malattie dovute all’Ilva (ricoveri per 1 bambino su 4 dei quartieri adiacenti). «Bastava un sì. L’emendamento era pronto, ma a notte fonda non c’era più», sostiene Il presidente della commissione Bilancio della Camera, il pugliese Francesco Boccia. «Squallide strumentalizzazioni», replica il sottosegretario Claudio De Vincenti, rassicurando sui fondi per Taranto.