Un documento di economia e finanza sostanzialmente definito, con l’elenco di riforme da inviare a Bruxelles inserito nel “Programma nazionale”. E una manovrina ancora da mettere a punto, anche perché nelle ultime ore si sta gonfiando di nuovi capitoli diventando quindi una sorta di decreto omnibus. Balla l’agenda del governo che secondo i piani avrebbe dovuto approvare domani, contestualmente, il Def (che in realtà era atteso alle Camere per oggi 10 aprile) e il provvedimento di finanza pubblica. E’ probabile invece che per quest’ultimo serva ancora qualche giorno, per cui il Consiglio dei ministri potrebbe approvarlo al massimo con la formula del “salvo intese”, lasciando di fatto ancora tempo per la stesura definitiva. I problemi sono essenzialmente due: il coordinamento di un testo più complesso e la ricerca delle risorse necessarie ad assicurare una correzione dei conti per il 2017 da 3,4 miliardi. Nel menù del Def – o meglio nel Piano nazionale delle riforme che lo accompagna – e che sarà approvato domani e poi spedito a Bruxelles, il governo ha inserito anche uno sconto fiscale per le donne che lavorano.. Un intervento a favore del “secondo percettore di reddito” nelle famiglie, quello che guadagna di meno (e il gender gap, il divario col salario maschile, in Italia arriva in alcuni settori anche al 51%, sebbene in media sia del 6%). L’obiettivo è ambizioso e multiplo: abbassare le tasse, combattere la povertà, aiutare il ceto medio, sostenere la natalità, sfondare quota 60% di occupati in Italia, mai oltrepassata. E la rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe portare nelle casse dello Stato già a luglio un bottino potenziale di almeno 2,4 miliardi. Ma per aderire alla rottamazione c’è tempo ancora fino a venerdì 21 aprile ed è verosimile che il numero delle istanze già presentate sia destinato ad aumentare.