Un’intera famiglia autosegregata, mantenendo i contatti con l’esterno solo grazie a una spasmodica ciberdipendenza.. Il figlio 15enne, che aveva lasciato la scuola, avrebbe anche rischiato di cadere nella trappola della Blue Whale, il folle gioco della Balena blu che spinge gli adolescenti al suicidio grazie all’ubbidienza a cinquanta regole dell’orrore.
Gli assistenti sociali hanno accertato che la condizione autoinflitta andava avanti da oltre due anni e mezzo. I due genitori, il padre percepisce una piccola pensione di invalidità con cui la famiglia tira avanti, erano convinti che la finestra Internet bastasse a loro due e ai figli per stabilire relazioni a distanza, in assenza di una presenza fisica. Per tutto questo lungo tempo, papà, mamma e figli si sono nutriti solo di merendine, biscotti e caramelle. E agli acquisti di questi generi alimentari provvedeva la più piccola della casa: una bambina di 9 anni, l’unica che aveva un obbligo ‘esterno’, dovendo frequentare la scuola.
E’ stata lei a raccontare, per prima, la ‘retemania’ della sua famiglia sempre catturata dallo schermo per ore, giorni, mesi, anni, immobile davanti al computer, tra posta, giochi e navigazione. Un isolamento patologico progressivo che ha portato i quattro componenti a dimenticare di avere un corpo da curare, pulire e alimentare. Ora i quattro sono stati affidati a psicoterapeuti, ma anche a dei medici. Il ragazzo, che ormai si alimentava in maniera sporadica, è ridotto a uno scheletro, ha difficoltà a camminare perché è stato a lungo seduto e per due anni con i piedi chiusi e cresciuti nelle stesse scarpe. Ad ottobre, quando il è entrato in comunità, gli arti inferiori erano completamente piagati, tanto da rendere necessaria una terapia antibiotica.