SIMONA D’ALBORA
Napoli solo ventiseiesima su 32 nella classifica delle città che hanno fatto registrare condizioni critiche d’inquinamento atmosferico con oltre 10 giorni di superamento della soglia massima giornaliera consentita di ozono troposferico e ossidi d’azoto. A stilare la classifica il dossier Mal’Aria di Legambiente che ha monitorato le città in questi primi trenta giorni dell’anno. Una buona notizia, anche se Napoli rientra nei 32 capoluoghi che hanno superato per ben dieci giorni (solo 11 nel caso di Napoli) il livello di criticità consentita per quanto riguarda le polveri sottili. Tra le cause dell’inquinamento dovuto alle polveri sottili nell’aria il trasporto su gomma (traffico, emissioni in atmosfera, usura di pneumatici e freni). In Italia ogni 100 abitanti ci sono ben 65 auto, contro una media europea di 48. Ma anche la presenza di aree industriali vicino alla città determina l’innalzamento delle polveri sottili, così come il riscaldamento domestico
Inoltre nel 2011 sono state circa 3.400 le morti dovute all’inquinamento da ozono e le 9 stazioni di misura che hanno superato il limite di legge per il monossido di carbonio sono tutte in Italia. Dati allarmanti che preoccupano gli ambientalisti
“E’ quanto mai evidente la necessità di un urgente e decisivo piano di intervento che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento. – dichiara il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti – Le cause si conoscono e le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo”
Legambiente continuerà a monitorare la situazione, anche perché interventi per migliorare la qualità dell’aria esistono: ridurre le emissioni industriali, puntare su fonti energetiche rinnovabili, potenziare i trasporti su ferro e scoraggiare i cittadini all’uso della macchina, incoraggiandoli a mezzi alternativi quale la bicicletta attraverso la realizzazione di piste ciclabili. Ma ci sarebbe ancora tanto da fare per l’ambiente.