di Antonella Catrambone
Una ricerca finanziata dell’Unione Europea, “Sinphonie”, ha messo in luce come nelle scuole italiane si respiri un’aria malsana ricca di polveri sottili, radon, benzene, anidride carbonica. Lo studio della UE ha analizzato l’aria di 144 scuole di 54 città in 23 Paesi diversi, frequentate da 5.175 bambini tra cui 264 dell’asilo e 1.223 insegnanti. In Italia, sono state esaminate 6 scuole: 2 a Milano, 2 a Pisa e 2 a Palermo. Le cause di tale aria insalubre vanno ricercate, innanzitutto, nel sovraffollamento delle aule, nell’utilizzo di doppi vetri che frena un ricambio d’aria, la eccessiva vicinanza degli istituti, strade trafficate e pulizia dei locali scolastici. Che l’aria del nostro Paese sia inquinata è cosa risaputa, ma, quanto è dannosa ed in che modo incide sulla di vita degli italiani?
A rispondere è un dossier di Legambiente, denominato “Mal’Aria 2015” in cui si sottolinea come le città italiane sono tra le più inquinate d’Europa proprio a causa degli alti livelli di PM 10 (Materia Particolata) riscontrati nell’aria. Secondo i dati forniti dall’inizio dell’anno ad oggi 32 capoluoghi hanno superato la soglia massima giornaliera consentita di PM10 e tra questi sono inclusi i centri urbani della Padania ed alcune grandi città del sud come Roma e Napoli anche se a guidare la classifica del 2015 ci sono Frosinone e Parma. L’Italia si conferma, quindi, come una delle Nazioni più a rischio dell’Unione Europea poichè da un rapporto di qualità dell’aria redatto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente il nostro Paese ha il più alto numero di morti premature dovute all’inquinamento da ozono. Gli elevati livelli di inquinamento atmosferico e la cattiva qualità dell’aria hanno esposto l’Italia ad una procedura di infrazione per la errata applicazione della direttiva europea 2008/50/CE aperta nel luglio scorso.
Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’UE, in Europa l’inquinamento atmosferico ha causato più di 400.000 morti premature, con costi tra i 330 ed i 940 miliardi di euro a carico dei sistemi sanitari. Mal’Aria 2015 afferma che “Nonostante un miglioramento complessivo nei livelli di inquinamento registrato negli ultimi anni, l’esposizione dei cittadini ad alti livelli di smog rimane ancora alta”. Il rapporto evidenzia che “la fonte del trasporto su strada è tra le principali fonti di inquinamento, non solo atmosferico ma anche acustico” e l’Italia anche su questo è in grave ritardo, così come del resto dimostra una procedura di infrazione avviata nell’aprile 2013 ed in fase di messa in mora per la incompletezza dei dati forniti sulla mappatura del territorio e dei piani di azione per la riduzione dell’inquinamento da rumore ed inadeguatezza della comunicazione ai cittadini. In Italia circolano più autoveicoli che negli altri Paesi d’Europa, basta considerare che il trasporto di merci avviene per il 90% ancora su gomma, mentre un trasporto su ferro garantirebbe una migliore efficienza in termini temporali, economici e di qualità della vita perchè minori sarebbero le emissioni inquinanti così come un migliore trasporto ferroviario eviterebbe a migliaia di persone di utilizzare l’auto. Del resto l’Italia è ai primi posti per numero di auto per abitante, tant’è che la media è di 65 auto ogni 100 abitanti contro quella europea di 48 su 100 ed ha anche un trasporto pubblico che non sempre risulta essere efficiente.
“E’ quanto mai evidente la necessità di un urgente e decisivo piano di intervento che vada finalmente ad incidere sulle politiche relative alle fonti di inquinamento – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti –, più volte annunciato ma ancora mai attivato a livello nazionale. Le cause si conoscono e le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo”.