«L’autunno rosso è già cominciato, una scadenza di lotta decisiva nello scontro di potere … Contro le istituzioni che amministrano il nostro sfruttamento … la parte più decisa e cosciente del proletariato in lotta ha già cominciato a combattere i padroni e i loro servi sul loro terreno, alla pari, con gli stessi mezzi che usano contro la classe operaia: diretti, selettivi, coperti». Sono le frasi farneticanti contenute nel volantino che, nella primavera del ’70, compare a Milano, nel quartiere del Lorenteggio. La firma è quella delle Brigate Rosse. E’ l’inizio della guerra civile. Cosa si ricorda di quel periodo? Ci sono rischi per un ritorno agli anni di piombo? Cosa ricordiamo delle tante vittime innocenti? C’è la possibilità di una saldatura tra violenza sociale inespressa e il terrorismo islamico?
A queste e altre domande cercheranno di rispondere gli ospiti del convegno-dibattito dal titolo “Terrorismo, sulle tracce di una memoria sommersa – Il passato ai confini del presente” in programma domani lunedì 16 marzo, anniversario dell’uccisione del giudice Nicola Giacumbi, e che si svolge presso l’aula magna del Liceo Scientifico “G. Da Procida”, di Salerno.
Al talk, moderato dal giornalista Vincenzo Raimondo Greco, partecipano Luca Cerchiai, docente presso l’Università degli Studi di Salerno; Claudio Tringali, presidente della sezione penale di Corte di Appello presso il Tribunale di Salerno; Luca Guglielminetti, consulente Associazione Italiana Vittime del Terrorismo (Aiviter) e della rete Ran della Commissione Europea; Alessandro Ceci, autore di numerosi libri tra i cui Il terrorismo italiano. Storia di un dibattito e Terra terrore terrorismo. La violenza politica nella società della comunicazione; Giovanni Fasanella, giornalista, sceneggiatore, documentarista e scrittore; Rosaria Manzo, presidente dell’ Associazione i familiari delle vittime della strage sul treno rapido 904 del 23 dicembre 1984; Paride Leporace, autore del libro “Toghe rosso sangue”, nel quale viene ricostruita, tra i pochi esempi in Italia, la vicenda del giudice Giacumbi, e primo direttore della Lucana Film Commission; Giuseppe Giacumbi, figlio del giudice assassinato. Nicola Giacumbi procuratore della Repubblica di Salerno viene assassinato, a 52 anni, davanti casa, mentre rientrava, da una cellula salernitana delle Brigate Rosse, con una raffica di colpi alla schiena, nel tardo pomeriggio di domenica 16 marzo 1980, davanti agli occhi della moglie Lilli, che viene sfiorata da un proiettile ma rimane fortunatamente illesa. Il magistrato, nell’accettare il ruolo di “facente funzioni” di Procuratore della Repubblica aveva, in precedenza, rifiutato la scorta, ciò per non rischiare altre vite umane, come era accaduto nel sequestro Moro.
L’incontro, che inizierà alle ore 10.30, si inserisce nel Progetto “1943-2015: la memoria non va in vacanza” promosso dall’Università degli Studi di Salerno, da Unis@und, web radio dell’Ateneo di Salerno, e dal Coordinamento antimafia Riferimenti-Gerbera Gialla.