“O facciamo le riforme o non ha senso che gente come me sia al governo”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervenendo a Rtl 102.5 ritorna sul progetto di riforma del Senato che approda oggi in Consiglio dei ministri. “Io penso che quelli che si alzano la mattina per andare a lavorare non ce l’hanno con la politica, ma vorrebbero una politica diversa che avesse il coraggio di fare le cose che servono alla gente, e non quelle che servono alla Casta. Gli italiani – insiste Renzi – in questi venti anni hanno fatto un sacco di sacrifici, ma hanno visto crescere il debito perche’ quei sacrifici non venivano fatti dai politici di Roma”. E avvisa: “Non ci sto a fare le riforme a metà, non sto a Roma perché mi sono innamorato dei palazzi: se la classe politica dice che non bisogna cambiare, faranno a meno di me e magari saranno anche più contenti”. La riforma del Senato è stata oggetto di un’aspra polemica con il presidente di palazzo Madama. Ieri mattina Pietro Grasso dalle colonne di Repubblica ha chiesto un Senato elettivo. Pronta la replica del premier. “Mai più bicameralismo perfetto”, dice Matteo Renzi. E se Grasso avvisa il premier: “I numeri rischiano di non esserci”, il vicesegretario dei democratici Debora Serracchiani lo richiama all’ordine: “E’ stato eletto con il Pd, rispetti le decisioni del partito”. Un gruppo di senatori del Pd di fatto appoggia esplicitamente Grasso. Francesco Russo, Massimo Caleo, Valeria Cardinali, Stefano Esposito, Rosanna Filippin e Stefano Vaccari – già promotori due settimane fa, sullo stesso tema, del documento dei 25 – scrivono: “Non ci si chieda di essere meri esecutori cui non resta che alzare la mano in aula. Si lasci la porta aperta a soluzioni migliorative che potrebbero emergere dal lavoro parlamentare e dal necessario dialogo fra maggioranza e opposizioni”. “Il modello che proponiamo rispetta la Costituzione”, assicura il presidente del Consiglio.
“La nostra proposta dice basta con il Senato come lo conosciamo adesso” e porta alla “semplificazione del processo legislativo. Il Senato non sarà più elettivo, altrimenti sarebbe una presa in giro nei confronti degli italiani”. “Il governo non molla” prosegue Renzi, e in Consiglio dei ministri “il governo presenterà un ddl costituzionale che dice: basta al Senato come lo conosciamo adesso, riduzione del numero dei parlamentari, il più alto d’Europa, semplificazione del procedimento legislativo e anche semplificazione dei poteri tra le regioni e lo Stato”. Sulle richieste avanzate da Grasso Renzi dice: “Ho grande rispetto per il Senato, ho grande rispetto per il presidente del Senato e capisco che debba difendere l’istituzione che rappresenta, ma il vero modo per difendere il Senato non è fare una battaglia conservatrice tesa a mantenere lo status quo; è prendere atto dei paletti che ci siamo dati. Abbiamo preso un impegno nei confronti dei cittadini che hanno diritto al cambiamento. E’ ora di cambiare pagina”. Grasso a sua volta replica nel corso della trasmissione di Lucia Annunziata In mezz’ora: “La mia non è una battaglia conservatrice. Io sono il primo che vuole eliminare questo tipo di Senato. Il problema è solamente sulle funzioni che deve avere questo Senato. Io non partirei dalla composizione senza prima aver capito quali funzioni vogliamo dargli”. “Renzi ha una sua bozza che è stata dichiarata aperta a qualsiasi contributo. Io non sono né un parruccone né un conservatore né un portavoce dei senatori. Sì, stamani tanti di loro mi hanno chiamato per dirmi ‘ah, finalmente qualcuno che dice le cose’. Io voglio aiutare il presidente Renzi per non farlo trovare davanti a ostacoli. I numeri a Palazzo Madama rischiano di non esserci, basta ascoltare le prese di posizione di Forza Italia…”. Grasso chiede “un momento di mediazione”. E dal momento che “domani si andrà al Cdm con una bozza scritta sulla riforma del Senato che è piena di contraddizioni in termini, mi premeva far sapere quale fosse la mia opinione. Non ne ho parlato col capo dello Stato, Giorgio Napolitano, perché io parlo a nome di me stesso per dire ‘stiamo attenti’, prendere degli amministratori e dare loro una funzione legislativa è qualcosa che stride con la nostra Carta costituzionale. Non ci si può basare soltanto sul risparmio per fare questa riforma. Sommando Camera e Senato abbiamo quasi mille parlamentari, tagliandone il 30% in totale avremo ottenuto aritmeticamente lo stesso risparmio”.
“Nell’abolizione del Senato così com’è – spiega Grasso – più l’Italicum, e dunque con un monocameralismo di fatto, io intravedo un risultato che porta verso la diminuzione degli spazi di democrazia. Perché oggi, secondo la legge elettorale approvata alla Camera, abbiamo una legge per cui una piccola minoranza del 25% può avere la maggioranza in parlamento e legifirare in una sola Camera. Mi sembra di essere come quel bambino che dice che il re è nudo”. Sulla questione interviene anche Walter Veltroni, che intervistato da Maria Latella su SkyTg24 chiosa: “E’ chiaro che Grasso esprima il malumore che c’è tra i senatori su questa riforma, ma credo che non possiamo più permetterci di fare riforme a metà, il bicameralismo perfetto va superato. Credo che le proposte che sono sul tappeto, che il governo ha formulato, siano proposte intelligenti. Naturalmente è giusto anche che queste proposte vengano verificate nella discussione con il presidente del Senato e con i senatori”.