“Un manifesto diffuso sui social e sugli canali web internazionali per offrire un contributo diretto a ‘salvare la Basilicata’ e non solo la ‘faccia” dei lucani’. Non vorremmo che gli investimenti abbiano un’ulteriore battuta d’arresto. C’è invece da chiedersi perché a parte la Fca a Melfi e i progetti per Matera tutto il resto del territorio lucano con le sue grandi risorse naturali che non sono certamente limitate al petrolio non interessa”. A darne notizia il presidente dell’Associazione Lucani nei Balcani, Giovanni Baldantoni che commenta l’inchiesta giudiziaria sulle estrazioni petrolifere, annunciando l’impegno del movimento lucani nel mondo a difesa delle potenzialità della Basilicata.

“Non rinunciamo all’idea di far tornare direttamente imprenditori lucani emigrati all’estero o con propri investimenti. L’impegno – spiega – è di fare protocolli di collaborazione con operatori economici lucani nel settore turismo, mobilità, ristorazione ed hotel per attrarre visitatori dai Paesi dei Balcani, utilizzando la struttura associativa dei lucani oltre che in Romania, in Bulgaria e negli altri Paesi dei Balcani, quali ‘ambasciatori del turismo’. Non basta il successo di Pasqua e Pasquetta perché – continua l’imprenditore lucano da anni a Bucarest – i flussi turistici verso l’Italia, la Basilicata e Matera hanno momenti alternati, dunque è necessario ancora uno sforzo e soprattutto una presenza costante degli sportelli turistici Italiani e regionali, presso Palazzo Italia nella capitale rumena, già incubatore di imprese e sede di convegni, work shop, incontri specializzati, quale  strumento di permanente assistenza necessaria ai Tour operator.