Lei è in giuria nella sezione Cortometraggi Internazionali, con quale criterio giudicherà questi corti dai quali poi ne uscirà il vincitore?
Fondamentalmente devono essere dei cortometraggi che in qualche maniera mi rapiscono o che mi emozionano o che mi sorprendono, io sono una che ama molto le storie, cercherò d’individuare il cortometraggio che ha una storia che mi colpisce particolarmente e che abbia soprattutto anche un lavoro cinematografico dietro, quindi una cura nelle immagini e sopratutto nel racconto delle immagini.
Lei ha accompagnato in vari Festival, anzi l’hanno scorso è venuta anche qui ad Ortigia, il documentario:”A PROPOSITO DI FRANCO” che racconta della vita e le opere di suo padre, il regista Franco Indovina, che direi non ha bisogno di presentazioni.Rivedendo sempre questo documentario c’è qualcosa che la riesce sempre ad emozionare?
Purtroppo comincia ad avere bisogno di presentazioni perchè ormai è morto da tanti anni e chi è giovane non lo conosce. Eppure avendo visto il documentario, io qualcosina di lui, la so. E per avermi detto che sono giovane, le dovrei una cifra, ma non mi ritrovo soldi a portata di mano. Certo grazie a Dio c’è stato il documentario.Per rispondere alla tua domanda ,a me emoziona sempre sopratutto l’inizio del documentario il momento in cui si sente la voce di mio padre, quella cosa lì mi fa fare un tuffo un pò nel passato, mi fa rivivere un po' di ricordi, quindi si, mi emoziona ancora tanto, non mi sono ancora abituata a vederlo a tal punto da non emozionarmi.
Quando lui è morto in un incidente aereo lei aveva sei anni. Ricorda qualcosa di lui?
Poco, perchè poi lui facendo il regista a casa non ci stava quasi mai,non ho un grandissimo ricordo,però ho molti racconti di mia madre, degli amici, poi adesso lavorando nel cinema di persone che lo hanno conosciuto quindi poco a poco ho imparato a conoscerlo meglio anch’io.
L’altra sera prima della presentazione del libro della Delli Colli:”PANE, FILM e FANTASIA” abbiamo visto un cortometraggio molto carino che ti vedeva protagonista ce ne vuoi parlare?
Quello è un progetto della RAI, un programma più che un cortometraggio dove si mettono insieme gli attori e le ricette, si chiama infatti RICETTE D’ATTORE , dove ogni attore racconta una ricetta a cui è legato particolarmente, io, essendo di origine siciliane, ho raccontato la ricetta dello sformato con le melanzane ed uno chef la deve rivisitare in chiave moderna, nel frattempo Laura, interrogando sul significato del piatto fa due- tre domande all’attore che racconta un pò di se.
Ha girato 2 corti tratti da 2 racconti di suo marito Niccolò Ammaniti, l’ultimo s’intitola EGO. Il primo L’UCCELLO MOLTO SERIO di cosa trattano quest corti?
L’ UCCELLO MOLTO SERIO è la storia di un uomo che tradisce la sua compagna mentre è fuori in vacanza, improvvisamente riceve da lei, un messaggio, dove gli comunica che avendo avuto un problema deve tornare a casa in anticipo, lui, che in questa notte di sesso travolgente ha praticamente distrutto casa fa un tentativo di rimettere tutto a posto prima dell’arrivo di lei ma entra dentro una specie di fobia dove si fa proprio del male fisico è una maniera ironica, grottesca di raccontare il tradimento ma non è solo legato al tradimento e come se, io che pago sempre il biglietto dell’autobus, una volta salgo senza biglietto e arriva il controllore, l’unica volta che ho trasgredito arriva il controllore è un pò quello il senso del corto che tu entri nel panico perchè, non avendola mai fatta, non sai proprio gestirla quella cosa.Ego molto in sintesi è la storia di una coppia un pò scoppiata che per comodità non si lasciano, non hanno più niente da dirsi però piuttosto che andare incontro a traumi, a mettersi in gioco in una certa maniera preferiscono rimanere nella comodità di un equilibrio fittizio.
Lei ha interpretato nel film di Manfredonia:”QUALUNQUEMENTE” la famosa Carmen moglie di Cetto La Qualunque interpretato da A. Albanese. A lei diverte di più interpretare i ruoli drammatici o quelli comici?
Mi piace interpretare i bei ruoli che siano comici o drammatici mi diverte interpretare tutti e due perchè a me diverte anche interpretare i ruoli drammatici, io dico sempre che se non mi diverto io non si può divertire il pubblico quindi i ruoli li scelgo sempre in funzione al fatto che mi diverte farli se mi dovessi rendere conto che un ruolo non mi potrebbe divertire, non lo faccio proprio perchè so che non riuscirei a dare il meglio di me stessa.
Al teatro lei ha lavorato con Paolo Virzì che quest’anno con il suo bellissimo film:”LA PAZZA GIOIA” ha fatto man bassa di NASTRI D’ARGENTO.Com’è Virzì come regista?
Paolo è una forza della natura è un regista coinvolgente al massimo, ti fa sentire parte di una famiglia, di un progetto, tutte le prove le facevamo con un’energia, una passione, un divertimento che non ho mai avuto con nessun regista, con lui si costruisce veramente un rapporto speciale, ma non io, tutti e 20 i componenti della compagnia, eravamo tantissimi e tutti avevamo un rapporto speciale con lui, ti fa sentire fondamentale per quel progetto qualsiasi ruolo tu faccia, qualsiasi attore tu sia, famoso,non famoso, piccolo, grande non importa tu fai parte di quell'ingranaggio e sei un elemento fondamentale e questo chiaramente ti coinvolge in maniera straordinaria.
Nella sua carriera ha interpretato film particolari come :” Almost Blue”di Infaselli, :”Un Amore” di Tavarelli, film dove i registi,come faceva suo padre,hanno voluto sperimentare.Secondo lei i giovani registi di oggi hanno questa voglia di mettersi in gioco? Questo coraggio perchè per sperimentare coi vuole coraggio.
Guarda, ultimamente ho visto delle luci, dei piccoli fuochi di speranza, ho visto un film che si chiama :”jeeg Robot” meraviglioso con grande coraggio, con grande inventiva, ho visto un altro film:”Fiore” che ho trovato molto bello, molto intenso, molto necessario quindi secondo me qualcosa si sta muovendo, purtroppo è un serpente che si morde la coda perchè anche il produttore in qualche maniera ti chiede di fare un certo tipo di film, ed è difficile poter andare fuori da quei binari lì, però a poco a poco si stanno convincendo anche loro, l’esempio di jeeg robot, il suo successo che non s’immaginava nessuno, nessuno ha creduto a quel film dato che Mainetti se l’è prodotto da solo, ha illuminato anche i produttori che forse hanno capito che vale la pena guardare anche a qualcosa di nuovo.
Prossimamente dove ti possiamo vedere in televisione, cinema o teatro?
Prossimamente: ho delle cose in ballo che però scaramanticamente preferisco non dirti.