“Chiederemo l’impeachment per Napolitano perché non rappresenta più il popolo italiano, è di parte. E su questo decido io”. Beppe Grillo non retrocede di un passo nella sua polemica con il Quirinale e rilancia la proposta della messa in stato di accusa del presidente della Repubblica. Lo conferma lo stesso leader del M5S ai giornalisti in Senato, dove a sorpresa è arrivato nel primo pomeriggio. Prima di riunirsi con i suoi, Grillo si è concesso alle domande dei cronisti ai quali ha spiegato che non andare al Colle all’incontro sulle riforme con Giorgio Napolitano “non è stato uno sgarbo, non voglio che lo si veda così”. E ha attaccato: ” E’ solamente una cosa inutile andare lì con dei giochi già fatti. Il rapporto che c’è con questo signore anziano è un rapporto che si è complicato, almeno per me. E’ complicato perché lui non rappresenta più la totalità degli italiani, ma è un presidente di settore”. Ma il vero e proprio affondo contro il capo dello Stato arriva nella conferenza stampa, al termine con i senatori del M5S. ” Napolitano “è una persona di quasi novant’anni, furba e scaltra, che da sessant’anni sta in politica – ha rimarcato Grillo -. Secondo i nostri sondaggi è all’ultimo posto di gradimento di tutti i presidenti della Repubblica italiana”. Parole che provocano un’immediata levata di scudi dalla politica. A cominciare dal premier Enrico Letta, che definisce “assurdo” l’attacco del capo politico del M5S a Napolitano, che “va respinto con fermezza”: “Grillo vuole solo l’instabilità, non di questo ha bisogno l’Italia”.
In ogni caso il leader dei pentastellati poi continua a sbattere la porta in faccia a tutti gli altri partiti. “Io non voglio più dialogare con nessuno – ha affermato -. Sono tutti ipocriti. Siamo stanchi di vedere gente che in tv dice una cosa e poi in Parlamento fa l’opposto. Sono dei falsi, possono dire cose bellissime ma non credetegli più”. E l’unica speranza per Grillo è tornare subito al voto, “con qualsiasi legge”. Però “se mettono mano al ‘Porcellum’ fanno anche peggio, fanno il ‘Napolitellum'”. Comunque, “se gli italiani vogliono ancora un governo così – ha annunciato -, vuol dire che noi non siamo pronti a questo Paese. Se perdiamo le elezioni, personalmente non ho più voglia di continuare”. Nel mirino del leader del M5S c’è anche il premier Enrico Letta “che va in tv a mentire, dicendo che siamo noi a non volere il Porcellum. Siamo all’analisi comportamentale, ci sono grossi problemi”. L’ex comico ha ribadito che l’obiettivo del Movimento “non è andare al governo e governare, ma cambiare lo Stato. I cittadini lo percepiscono con ansia, come se fosse una cartella esattoriale nella buca della posta, come Equitalia e i poliziotti antisommossa”. E presentando l’applicazione attraverso la quale tutti gli iscritti del movimento potranno partecipare ai lavori dei gruppi parlamentari, ha continuato: “Noi vogliamo rifare lo Stato e il Parlamento, portando i cittadini a diventare lo Stato, a trasformare le istituzioni. In futuro ci sarà un’altra applicazione nella quale i cittadini proporranno leggi che i cittadini eletti potranno portare in Parlamento. Si tratta di un cambiamento radicale”. Grillo è poi tornato sui dissidi all’interno dei parlamentari pentastellati. “Ho incontrato i famosi dissidenti e ho visto persone intelligenti, che dicono cose sensate”, ha tenuto a precisare. Riguardo l’abolizione del reato di clandestinità ha invece sottolineato: “Noi abbiamo opinioni diverse, ma il discorso lì è stata la procedura. Io non sapevo niente, Casaleggio non sapeva niente, non è che si decide una legge sull’immigrazione in quattro o cinque. Ognuno può avere le proprie idee: sull’immigrazione destra e sinistra si sono giocate le loro identità, creano tifoserie e quando crei tifoserie vai fuori gioco e fai ragionamenti che non sono più democratici. Nessun partito deve decidere su questa cosa: partiamo dal referendum, diamo la parola al popolo, io sono un populista, ricordiamocelo”. Infine, per Grillo, che non ha mancato di schermirsi un po’ davanti ai giornalisti (“Sono un ex comico populista, che fa demagogia. E per di più pregiudicato”), è largamente positivo il risultato elettorale del M5S alle amministrative in Trentino Alto Adige: “Siamo entrati in Alto Adige dove mi hanno salutato come Grillo, ma detto con la ‘K’. Abbiamo messo dentro uno che è una meraviglia, è stato il più grande successo da quando esistiamo, un successo stratosferico”.
In ogni caso il leader dei pentastellati poi continua a sbattere la porta in faccia a tutti gli altri partiti. “Io non voglio più dialogare con nessuno – ha affermato -. Sono tutti ipocriti. Siamo stanchi di vedere gente che in tv dice una cosa e poi in Parlamento fa l’opposto. Sono dei falsi, possono dire cose bellissime ma non credetegli più”. E l’unica speranza per Grillo è tornare subito al voto, “con qualsiasi legge”. Però “se mettono mano al ‘Porcellum’ fanno anche peggio, fanno il ‘Napolitellum'”. Comunque, “se gli italiani vogliono ancora un governo così – ha annunciato -, vuol dire che noi non siamo pronti a questo Paese. Se perdiamo le elezioni, personalmente non ho più voglia di continuare”. Nel mirino del leader del M5S c’è anche il premier Enrico Letta “che va in tv a mentire, dicendo che siamo noi a non volere il Porcellum. Siamo all’analisi comportamentale, ci sono grossi problemi”. L’ex comico ha ribadito che l’obiettivo del Movimento “non è andare al governo e governare, ma cambiare lo Stato. I cittadini lo percepiscono con ansia, come se fosse una cartella esattoriale nella buca della posta, come Equitalia e i poliziotti antisommossa”. E presentando l’applicazione attraverso la quale tutti gli iscritti del movimento potranno partecipare ai lavori dei gruppi parlamentari, ha continuato: “Noi vogliamo rifare lo Stato e il Parlamento, portando i cittadini a diventare lo Stato, a trasformare le istituzioni. In futuro ci sarà un’altra applicazione nella quale i cittadini proporranno leggi che i cittadini eletti potranno portare in Parlamento. Si tratta di un cambiamento radicale”. Grillo è poi tornato sui dissidi all’interno dei parlamentari pentastellati. “Ho incontrato i famosi dissidenti e ho visto persone intelligenti, che dicono cose sensate”, ha tenuto a precisare. Riguardo l’abolizione del reato di clandestinità ha invece sottolineato: “Noi abbiamo opinioni diverse, ma il discorso lì è stata la procedura. Io non sapevo niente, Casaleggio non sapeva niente, non è che si decide una legge sull’immigrazione in quattro o cinque. Ognuno può avere le proprie idee: sull’immigrazione destra e sinistra si sono giocate le loro identità, creano tifoserie e quando crei tifoserie vai fuori gioco e fai ragionamenti che non sono più democratici. Nessun partito deve decidere su questa cosa: partiamo dal referendum, diamo la parola al popolo, io sono un populista, ricordiamocelo”. Infine, per Grillo, che non ha mancato di schermirsi un po’ davanti ai giornalisti (“Sono un ex comico populista, che fa demagogia. E per di più pregiudicato”), è largamente positivo il risultato elettorale del M5S alle amministrative in Trentino Alto Adige: “Siamo entrati in Alto Adige dove mi hanno salutato come Grillo, ma detto con la ‘K’. Abbiamo messo dentro uno che è una meraviglia, è stato il più grande successo da quando esistiamo, un successo stratosferico”.