Una “vertenza della Campania nei confronti del Governo”, una “piattaforma per il Sud” proposta da “istituzioni, Comuni, Regioni, mondo sindacale, mondo produttivo, dell’industria”. A proporla è il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenuto all’assemblea regionale di Anci Campania in corso nel Belvedere di San Leucio a Caserta. De Luca ha parlato di “uno shock per salvare il Sud”, sottolineando come “la Campania abbia perso 250mila abitanti nell’arco di questo decennio e le previsioni per il 2045-2050 sono di dimezzamento della popolazione. Di quelli che hanno lasciato la Campania negli ultimi 10 anni – ha sottolineato De Luca – il 40% sono giovani laureati, stiamo cioè perdendo le energie migliori”.
Secondo De Luca “dobbiamo mettere in piedi una vertenza che abbia due o tre punti”, a partire da “un piano per il lavoro per 300mila giovani del Sud. Il dramma sociale del Sud è talmente pesante che occorrono misure straordinarie. Tu devi dare prospettiva di lavoro in un anno a 300mila giovani, altrimenti non ci saranno più, e tra l’altro abbiamo vuoti drammatici nelle piante organiche. Poi – ha proseguito il governatore campano – dobbiamo avere fiscalizzazione di oneri sociali a tempo indeterminato fino a quando il livello del Pil del Sud sia almeno il 90% di quello del Centro-Nord, senza limiti temporali. E dobbiamo pretendere un flusso di investimenti non del 40%, ma che arrivi almeno al 60%. La Germania, quando è caduto il Muro di Berlino, aveva il suo Sud nell’est comunista in condizioni di sottosviluppo drammatiche. In 25 anni hanno risolto il problema dello squilibrio territoriale, produttivo e di reddito. I 220 miliardi del Pnrr che abbiamo avuto, ormai se ne parla come soldi da utilizzare in maniera generica, li abbiamo avuti per il riequilibrio territoriale, sociale e di genere. E’ possibile che di fronte a questo scenario non dobbiamo mettere in piedi una misura straordinaria di politica di sviluppo per il Sud? Anche su questo – ha concluso De Luca – misureremo i patrioti e quelli che parlano di Patria ma la fanno morire di morte lenta”.