Milano, 22 feb. (askanews) - Gli agenti del commissariato Bonola hanno posto in stato di fermo a Milano un 41enne pregiudicato marocchino accusato di aver rapinato un anziano insieme con un complice. Lo ha annunciato la questura, spiegando che il pensionato 75enne era stato aggredito intorno alle 19 del 5 febbraio scorso appena salito in ascensore all'interno dello stabile dove abita in via Civitali, in zona San Siro a Milano. La violenta rapina era stata ripresa dalle telecamere di sicurezza del palazzo e, sporgendo denuncia, la vittima aveva fornito la descrizione dei due aggressori, fatti che hanno permesso ai poliziotti di riconoscere il 41enne, solito gravitare nel popolare quartiere milanese e che nel novembre 2016, mentre era ai domiciliari, era stato sorpreso in un bar dagli agenti della Volante del commissariato e aveva reagito con violenza al controllo. Ieri mattina, transitando in piazzale Selinunte, i poliziotti lo hanno riconosciuto mentre, a bordo di una bicicletta, stava parlando con altre persone, e sono riusciti a bloccarlo nonostante avesse tentato di scappare verso via Ricciarelli in quanto anche destinatario di un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso il 31 gennaio scorso dal tribunale di Milano. La nuova accusa per l'uomo è di rapina pluriaggravata, mentre prosegue l'indagine per individuare e arrestare anche il suo complice.

A quattro giorni dal ritrovamento del corpo senza vita di Francesco Marando, 54 anni, arriva la conferma: si tratta di un omicidio. L’uomo, originario di San Luca, è stato trovato nell’androne della palazzina dove viveva a Bovalino, colpito alla nuca da due proiettili di piccolo calibro. Per giorni, i carabinieri hanno mantenuto un cauto riserbo, senza escludere ipotesi di suicidio. Ora, la pista omicidiaria è ufficiale, ma il caso rimane senza un colpevole.


Delitto Marando: Divisioni Familiari e Indagini in Corso

Secondo indiscrezioni, il delitto potrebbe avere radici familiari. Voci di paese parlano di tensioni tra i parenti di origine e acquisiti, con due manifesti funebri in preparazione. Tuttavia, nessuna arma è stata trovata vicino al corpo e l’inchiesta prosegue contro ignoti.


Una Scia di Crimini: Locride nel Panico

Nel raggio di pochi chilometri, è il secondo delitto in una settimana e il terzo mistero se si considera la scomparsa di Antonio Strangio, avvenuta a metà novembre. La comunità della Locride vive ora nel timore di un’escalation. Nonostante l’assenza di un chiaro filo conduttore tra i casi, la situazione ricorda i periodi più bui della faida di San Luca, culminata nella strage di Duisburg del 2007.


Caso Strangio: Il SUV Carbonizzato e il Silenzio della Famiglia

La scomparsa di Antonio Strangio, 42 anni, rampollo del clan dei “Barbari”, resta avvolta nel mistero. Il suo SUV è stato ritrovato bruciato, con resti umani nel bagagliaio. Inizialmente si parlava di un animale, ma i gioielli e gli abiti rinvenuti hanno svelato la tragica realtà. La famiglia, pur senza conferme ufficiali, ha indossato il lutto e chiesto il rispetto della loro privacy con un manifesto affisso in tutta la Locride.


L’Omicidio Polifroni: Narcotraffico o Altro?

Il 9 gennaio, un altro episodio ha sconvolto la regione: Giovanni Polifroni, ex narcos recentemente ai domiciliari, è stato ucciso davanti alla sua abitazione. Cinque colpi di pistola hanno messo fine alla sua vita. Secondo voci locali, il delitto sarebbe legato a traffici di droga. Perquisizioni sono state effettuate nella vicina Ciminà, feudo del boss Toni Spagnolo, ma i risultati rimangono riservati.


Tensione nella Locride: Le Regole della ’Ndrangheta Saltano?

Gli esperti non escludono che dietro questi episodi possa esserci una crisi interna alla ’ndrangheta. Le regole non scritte che vietavano di “spargere sangue” per evitare attenzione delle forze dell’ordine sembrano essere infrante. La comunità della Locride teme che una nuova spirale di violenza sia alle porte.