Ne abbiamo parlato pochi giorni fa, dopo l’ennesimo record negativo certificato dall’Istat. In Italia si fanno pochi figli. È anche una questione di soldi, oltre che di servizi che non ci sono oppure zoppicano. Parte da questa constatazione un disegno di legge targato Pd che potrebbe accelerare nelle prossime settimane e portare anche in Italia l’assegno universale per i figli. Funzionerebbe così: per ogni figlio a carico, cioè che non ha entrate proprie per mantenersi, lo Stato verserebbe una somma ai genitori: 200 euro al mese dalla nascita fino ai tre anni d’età; 150 euro al mese da tre fino ai 18 anni; 100 euro al mese da 18 fino ai 26 anni. Superata quell’età, fine dell’aiuto, anche se il figlio non è in grado di mantenersi da solo. La misura del sostegno dipenderebbe anche dalle condizioni della famiglia. L’assegno sarebbe «pieno», cioè con le cifre che abbiamo appena visto, per le famiglie fino a 30 mila euro di Isee. L’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente, il cosiddetto riccometro, che pesa non solo il reddito delle famiglie (lo stipendio o la pensione) ma anche il loro patrimonio, come le case o i risparmi. L’importo dell’assegno scenderebbe velocemente per le famiglie che hanno un Isee compreso tra 30 mila e 50 mila. Per poi azzerarsi superata quota 50 mila.