“E’ chiaro che per noi si tratta di una sconfitta molto evidente, molto chiara e molto netta”. Alle 3 di notte il vicesegretario del Pd Maurizio Martina arriva nella sala stampa allestita nella sede nazionale del Nazareno per commentare con una breve dichiarazione i dati che emergono dallo spoglio dei voti. Martina è affiancato dal presidente Matteo Orfini e dal coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini.
Lasciano per pochi minuti la “situation room” allestita nell’ufficio del segretario, dove per tutta la sera, presenti anche il ministro dello Sport Luca Lotti, il portavoce Matteo Richetti e il tesoriere Francesco Bonifazi, si scorrono i dati che parlano di un Pd dimezzato (e forse qualcosa meno) rispetto all’ormai lontano 40% delle europee. Renzi parlerà probabilmente in mattinata, a dati definitivi. Nei giorni scorsi, a poche ore dal voto, il leader aveva assicurato l’intenzione di restare segretario fino alla scadenza naturale del mandato nel 2021. Una convinzione ribadita anche all’inizio della lunga notte al Nazareno ma che, con il passare delle ore, è diventata meno granitica. Via via che gli exit poll hanno lasciato il posto alle proiezioni e poi ai dati reali, infatti, la situazione è diventata sempre più pesante.
Il risultato, ammette lo stesso Martina, “è al di sotto delle aspettative”, anche in zone un tempo sicure come la Toscana. E allora Renzi deve decidere come presentarsi domani, anche in previsione di un “assalto” da parte delle opposizioni interne, che la maggioranza Dem dà per certo. “Le dimissioni? Decide lui”, risponde a Bruno Vespa l’ormai ex capogruppo alla Camera Ettore Rosato. E Renzi ci sta pensando, valutando l’alternativa tra la voglia di resistere e l’ipotesi, invece, di lasciare. Al momento niente è stato deciso, ma a questo punto le dimissioni, spiega un dirigente Dem vicino al segretario, “non si possono più escludere”. Quel che è certo è che Renzi non intende mettere il pacchetto di parlamentari Dem a disposizione di un tentativo di governo di coalizione, in primo luogo con il M5s. “Andiamo all’opposizione”, chiarisce subito lo stesso Rosato. Il Pd, è la convinzione, ha pagato pesantemente la responsabilità del governo nella fase di crisi, ora se la devono sbrigare gli altri.