Non abbassare il berretto per falsi e pretestuosi comportamenti di inumana prevalenza degli uni sugli altri.

Il futuro italiano ha bisogno del protagonismo di tutti gli italiani; un protagonismo di grande umanità e di rispetto degli uni per gli altri.

Tanto, è assolutamente necessario; tanto, serve all’Italia del futuro italiano che, con il giusto orgoglio italiano, deve ed al più presto possibile, mettere ordine al disordine, cancellando, prima di tutto, la mala politica e le tante conseguenti negatività d’Italia che ammorbano la vita italiana, rendendola, tra l’altro e sempre più, vita negata. Rendendola vita disumana, disperatamente negata per tanti italiani onesti.

Vita negata soprattutto per le nuove generazioni, disumanamente cancellate al loro diritto di un futuro possibile.

Così non si va da nessuna parte; così non si costruisce assolutamente niente di buono per l’Italia e per gli italiani che devono e presto cambiare, rigenerandosi dentro con un diffuso DNA italiano, fatto di grande umanità, di grande saggezza, di grande spirito libertario nell’umano e condiviso rispetto degli uni per gli altri che, avendolo da troppo tempo dimenticato, devono con un fare virtuoso, saper vivere insieme. Tanto, camminando insieme per il comune bene italiano, una grande risorsa che serve al nostro Paese per affrontare e vincere le grandi sfide del futuro del mondo, dove è crescente il rischio di passi indietro, con indifferenza per le tante umanità dimenticate che, per cambiare la loro condizione umana, hanno creduto nel miracolo della globalizzazione, oggi a grave rischio deglobalizzazione.

Purtroppo, speriamo per il bene dell’uomo della Terra che si fermi qui ed eviti quel male-catastrofe da cui in tanti hanno sperato di salvarsi attraverso l’impegno ed il protagonismo attivo di un’utile immersione umana condivisa con un fare di vicinanza che, cammin facendo, corre purtroppo, il grave rischio di essere annullato per l’insipienza umana dei tanti dell’umanità d’insieme che trovano difficile convivere e volersi bene, nel saggio e sacro rispetto degli uni per gli altri in un mondo dove, per egoismo umano, regna sovrana l’indifferenza per gli altri.

Per gli altri di cui non si fidano e sono visti come inopportune e fastidiose presenze umane nei propri ambiti di vita. Ma non è così!

Purtroppo, stando così le cose, siamo ormai vicini all’implosione del rapporto uomo-uomo; tanto, è un grave danno, per il vivere insieme sula Terra, fortemente ammalata di UOMO.

Che fare? Molto saggiamente ritengo utile ripetermi e ripetendomi gridare forte al mondo che, è assolutamente necessario un nuovo umanesimo; un umanesimo capace di rendere possibile anche nel terzo Millennio, un tempo assolutamente nuovo rispetto al passato, di un insieme umano con le tante diversità-ricchezza capaci di camminare insieme e di volersi tra l’altro bene.

Tanto, è assolutamente necessario; tanto deve accadere. L’uomo della Terra ha bisogno di camminare insieme. Tanto, nonostante i segnali negativi che mettono in allarme il mondo per quei passi indietro sul fronte dell’umanità globale, di un grave rischio “deglobalizzazione”.

Così facendo si corre il grave rischio di fare venire meno l’atteso miracolo di una mondializzazione umanitaria che serve a tutti gli uomini della Terra, per vivere bene insieme ed insieme garantire il futuro TERRA-UOMO. Un futuro che, non può assolutamente essere minacciato da una autodistruzione umana per implosione, un rischio grave per il nuovo di un’umanità che, nonostante tutto, vuole credere al proprio futuro e fa di tutto per non cancellarlo.

Che fare per evitare il non futuro all’uomo della Terra? Occorre, prima di tutto, con forte e libero convincimento personale, crederci evitando di essere travolti da possibili momenti di smarrimento e di crisi per quelle mancate garanzie di protezione da parte di un potere politico, purtroppo, diffusamente ondivago ed intrusivo, facendosi male e facendo male agli altri che vogliono sentirsi rassicurati da chi li governa, con un saggio e rispettoso rapporto d’insieme governanti-governati, senza mai dimenticare i sacri doveri che legano democraticamente gli uni agli altri.

Che mondo sarà? Quanto negativo sarà il fare protezionistico che pensa a passi indietro per cancellare l’insieme mondo, con alla base l’Io-Noi e l’uomo globale attento a costruirsi un mondo nuovo con una società-mondo in una Terra-Stato?

Tanto, per le nuove certezze umane universalmente intese e per quel mondo globale aperto alla saggia dignità umana per tutti gli uomini della Terra che, nel Terzo Millennio, un tempo nuovo, deve assolutamente imparare a vivere insieme nel sacro rispetto degli uni per gli altri, anche se trattasi di altri con caratteristiche identitarie diverse, da saper considerare una grande risorsa per tutti della Terra e per il suo futuro universalmente inteso.

Dove ci porta la mala politica italiana? Due sono le certezze italiane ampiamente diffuse sia sui territori urbano-metropolitani che secondari di montagna e di collina, sempre più abbandonati a se stessi.

Con un crescente degrado e con abbandoni in quel terzo di territori di montagna, un terzo del Paese ricoperto da 13 miliardi di alberi che, in 50 anni, la montagna italiana ha perso un milione di abitanti, da sempre saggi guardiani dei territori, oggi fortemente degradati e sempre più abbandonati a se stessi.

Di fronte a questi scenari tristi che fa la mala politica italiana? Ritiene saggio dismettere, come negativo e crescente fare pubblico e delocalizzare, come altrettanto negativo fare privato.

Ma a soffrire per le gravi colpe della mala politica italiana non sono solo i poveri montanari, sempre più prossimi a scomparire, lasciando i territori al triste destino di un inevitabile scivolamento a valle e con tanta invivibilità diffusa, dove a resistere sono ancora i soli pochi ultimi mohicani dal destino ormai segnato e sempre più prossimi a scomparire.

Ma, oltre a questi mondi disumanamente negati, in quanto del tutto invivibili, i mali d’Italia sono diffusamente presenti su gran parte del suolo italiano, un suolo insicuro e sempre più abbandonato a se stesso, per cui difficile, se non impossibile da vivere.

Un suolo con forti sofferenze antropiche dove, giorno per giorno, si vanno togliendo all’uomo che lo abita, le necessarie opportunità di vita, fatte di un concreto e certo lavoro, di servizi, di sicurezza, di umanità dello stare insieme e soprattutto delle concrete certezze di un futuro per tutti, ma soprattutto per il mondo giovane, sempre più dal futuro negato, costretto, con il saggio bagaglio umano di braccia e di cervelli, ad abbandonare le terre dei padri, per non morire disperatamente d’Italia e per non sentirsi uno sconfitto della Terra. Uno sconfitto senza futuro; uno sconfitto abbandonato a se stesso e dal futuro negato.

Tanto, in un’Italia che, nanisticamente si fa male e fa male soprattutto al crescente popolo dei “poveri cristi” d’Italia che vivono disperatamente il loro tempo terreno e sono disumanamente soli, con prospettive di un futuro negato, dove a dominare, facendola da padrone, è solo la mala politica che proprio non sa che farsene dei mali d’Italia, considerati mali da “fatti vostri” di cui gli italiani devono imparare a sopportarne il peso, senza nulla a pretendere da chi li governa; tanto, ritenendo giusto non occuparsene in quanto la politica distrattamente dice, facendosene una ragione, che ha altro da fare, dimenticando, così facendo, il suo ruolo democratico governati-governanti che dovrebbe essere un grande laboratorio di umanità della buona politica.

Purtroppo questo non è nel nostro Paese, dove oltre alla montagna abbandonata a se stessa, cresce l’indifferenza anche per le affollate realtà cittadine, purtroppo gravemente ammalate di uomo, dove a vista d’occhio cresce la solitudine umana, con un drammatico insieme di gravi sofferenze per il lavoro che non c’è, soprattutto per i giovani e non solo e per un senso diffuso di abbandono e di degrado che rende veramente triste la vita dei tanti italiani che in modo crescente, nell’indifferenza di chi li governa sgovernando, stanno morendo d’Italia.

Tutto questo poco saggiamente succede all’Italia nostra, dove regna sovrano l’intreccio mortale politica-illegalità diffusa (Roma – mafia capitale ne è l’esempio più tragico); tanto, ad un punto senza ritorno per il futuro italiano e dell’insieme italiano della cara Italia nostra, gravemente ammalata di italianità ad un punto tale da ritrovarsi senza bussola all’inizio di questo Terzo Millennio, un tempo nuovo per un saggio insieme universale che deve saper essere per tutti, prima di tutto, un tempo nuovo e saggio nel mondo della propria territorialità locale, per quel “saggio universale” che è un dovere di tutti Noi, riuscire a realizzare; tanto, da uomini della Terra attenti all’uomo che non può soffrire irresponsabilmente per le gravi colpe della mala politica.

La mala politica fa male, tanto male al nostro Paese, con un”fuori servizio” permanente per i naturali diritti dei cittadini; è sempre più disumanamente, un mattatoio umano di indifferenza per l’altro, creando, così facendo, un’identità italiana da futuro negato. Tanto succede a casa nostra, ossia all’Italia casa di tutti gli italiani per colpa di una leadership, intelligente espressione di una mala politica che non fa assolutamente niente per cambiare il proprio stato, mutando, cammin facendo, la propria condizione, per il bene italiano, da perdente a vincente.

Così facendo, che ne sarà dell’Italia? che ne sarà del futuro italiano?

C’è di che preoccuparsi! C‘è da allarmarsi per quel negativo irreversibile italiano che è naturale causa per tutti Noi italiani di un dubbio inquietante fatto delle tante amare certezze di un’Italia dal futuro negato. Di un’Italia dove, nel rispetto dei potenti del mondo dell’economia e della finanza, si pensa unicamente al business da lacrime e sangue per gli italiani onesti da Sud del mondo, con la mala politica indifferente a tutto e che saggiamente(si fa per dire saggiamente), per proprio tornaconto, continua a restare a guardare, facendo soffrire e/o anche morire d’Italia, gli italiani che, chiedono a viva voce, da protagonisti del cambiamento, di cambiare l’Italia, cancellando il predominio fuori controllo dell’economia e della finanza sulla società smarrita e dall’ansia crescente per il futuro disumanamente negato.

Giuseppe Lembo