Silvio Maria Alecci, nato a Catania,classe 58, impiegato in pensione al Ministerodella Giustizia e noto esponente politico siciliano, dal 79quando ha cominciato a far politica con la Destra Sociale, anche se non ha mai ricoperto cariche politiche. Adesso presidente del movimento MSA, dopo che il presidente precedente Giovanni Montedoro ha lasciato la carica.
Dott. Alecci lei è uno dei pilastri della politica indipendentista. Dopo tanti anni di militanza politica con questo ideale. Ci crede ancora fermamente?
Si, certo. Anzi secondo me questo è il momento più opportuno per attuarla.
Allora come, non si è ancora attuata neanche con l’uso della forza? Come per Salvatore Giuliano.
Principalmente per colpa degli stessi siciliani, secondariamente perché tutti questi movimenti indipendentisti che sono in Sicilia e anche nel resto d’Italia, come quelli veneti o affini, hanno come una specie di Peccato Originale. Cioè: che i politici non pensano veramente all’indipendenza ma piuttosto alle poltrone. Quindi non si presentano con un programma che pensano veramente di attuare, visto che per loro non è importante. E questo è sbagliato, perché io dico ai giovani: Ma perché la gente dovrebbe venirci dietro? In sostanza abbiamo un elettorato votante ridotto ad appena il 43%, mentre il 53% non va a votare perché è sfiduciato dei politici, per non dire letteralmente schifato. Inoltre questa tendenza a non andate a votare purtroppo è a salire, poi dobbiamo anche tener conto delle schede nulle e delle schede bianche. Questo perché non si crede più alla propaganda delle sirene elettorali, come la chiamo io.
Certo: Peccato primordiale. Ragionando utopisticamente. Come immagina una Sicilia veramente indipendente?
Allora, nel programma che io ho scritto e che è stato accettato, innanzi tutto dobbiamo prendere coscienza del malessere odierno i cui effetti sono: i femminicidi, i giovani che girano armati, ecc. Poi la Costituzione Italiana e neanche lo Statuto Siciliano non vengono applicati, perché nel mondo neoliberista si mette avanti il profitto ai danni della società individualista. Per la Sicilia io auspico innanzi tutto un lavoro dignitoso che abbia per prima cosa un vero poter di acquisto, mi spiego meglio. Non serve stabilire un salario minimo di nove euro l’ora quando poi siamo in presenza di una inflazione tale che ci riduce a non poter più acquistare i prodotti o i servizi basilari. Quindi si deve creare un opportuno paniere composto da tali cose, in modo tale che se aumenta, automaticamente si un adeguato aumento del salario minimo garantito per legge.
Veramente funzionale.
Si, solo così si può avere una vita autenticamente dignitosa. Quindi ritornare a quei vecchi ammortizzatori sociali tipo la scala mobile grazie alla quale aumentano automaticamente stipendi e pensioni. Inoltre bisogna riconoscere come siciliani tutti quegli immigrati che vivono qui da moltissimo tempo, tanto da parlare il siciliano meglio della loro lingua madre.
Giustissimo.
Quindi ricominciamo a dare potere d’acquisto alle retribuzioni, ricominciamo a dare sicurezza ai posti di lavoro anche assumendo. Poi ci sono le opere pubbliche, perché è sufficiente che venga giù una leggera pioggerella e subito si allagano le strade, poi c’è penuria di acqua dovuta alla rete idrica che ormai ridotta all’osso. Poi c’è il problema della sanità, oramai in mano ai privati.
Non mi ci faccia pensare, ho prenotato una visita otorinolaringoiatra al Policlinico di Palermo nel mese di ottobre e mi hanno prenotata per luglio 2025. Proprio da restar contenta.
Oramai è diventata la normalità. Ma non ci chiediamo per cosa paghiamo le tasse? Hanno addirittura aumentato le multe stradali e la legge dice che il loro 90% deve essere utilizzato per il rifacimento delle strade, ma le nostre strade sono oramai ridotte a trazzere. Quindi questi soldi dove vanno a finire?
Booo! Ce lo chiediamo tutti e non solo per i soldi delle multe.
Già, ma le leggi ci sono. Bisogna solo far prendere coscienza ai siciliani che queste leggi esistono, ma non vengono applicate e bisogna battersi perché vengano rispettate.
Pensa che tutti i partiti o i movimenti indipendentisti possano finalmente presentarsi uniti a tutte le elezioni? A cominciare dalla prossima provinciale, se mai dovesse farsi ad aprile del prossimo anno?
Lo desidero. Lo voglio, mettendo da parte ognuno i propri egoismi da gerarchetti. Come li chiamo io.
Adesso la domanda spinosa. Quale futuro prospetta per la nostra Sicilia se non c’è una autentica coalizione politica al governo locale, per noi e per i nostri figli, naturalmente?
Alla mia veneranda età me ne potrei anche infischiare, ma ho figli e penso al loro futuro. E se continua cosi il loro futuro sarà quello di emigrare all’estero.
Purtroppo. Lei ha detto cose molto interessanti e per questo ho fatto una delle interviste più lunghe, ma adesso siamo alla fine, io la ringrazio dottore. Mi auguro che posso avere presto un’altra intervista.
Sono io che ringrazio lei.
MARIA LUPICA