di ANTONIO TROISE
Ha perso, è stato messo nell’angolo da un blocco di potere più forte. Ma Luca Bianchi, economista di razza e meridionalista per vocazione, vicedirettore della Svimez, non si sente sconfitto. Poco più di una settimana fa è uscito, sbattendo la porta, dalla giunta Crocetta: sedeva sulla poltrona più scomoda, quella dell’assessore al Bilancio. Questo è il racconto di sedici mesi di battaglie vinte e perse, di tranelli e di trappole nel pantano della politica e dei partiti locali. In una parola, del suo “Vietnam” personale in terra siciliana.
Nel baratro del default
“Dico subito che non sono affatto pentito. E’ stata un’esperienza importante. La rifarei senza esitazioni. Quando sono arrivato i bilanci della Regione erano in uno stato catastrofico. Il rating era crollato, l’ex governatore, Raffaele Lombardo, era stato convocato da Monti a Palazzo Chigi, si temeva il default, come fossimo in Grecia. Bisognava risanare e Crocetta ha pensato di chiamare un tecnico esterno, libero da condizionamenti e pressioni. Ed effettivamente, all’inizio, le cose sembravano andare bene. Sono arrivati anche i primi risultati”. Luca Bianchi snocciola numeri che ha ormai imparato a memoria: nel 2012 il deficit era di oltre 1 miliardo, nel 2013 i conti hanno registrato un avanzo primario di 150 milioni. Abbiamo ridotto di 800 milioni la spesa corrente e risparmiato drasticamente sui costi di funzionamento. Negli ultimi bollettini le agenzie di rating danno un netto miglioramento delle aspettative: da negative sono diventate stabili”.
No alla macelleria sociale
Dietro questi numeri ci sono interventi dolorosi ma non è detto che spending review si traduca sempre con “macelleria sociale”. “Di grasso da tagliare ce n’era tanto”. Del resto che ci sanno 22mila forestali in una regione che ha un paio di montagne e qualche picco? “Siamo intervenuti riducendo di 60 milioni i costi in questo settore: abbiamo ridimensionato le indennità di trasferimento, ad esempio, e siglato convenzioni con siti archeologici e per la gestione delle aree verdi di strutture pubbliche. Il risultato è che finalmente i forestali avevano qualcosa da fare ed erano soddisfatti di aver contribuito a ripulire aree di importante valore artistico e culturale”. Ma l’elenco della sprecopoli siciliana è l’insieme di una lunga e pesante eredità, fatta di gestione del consenso attraverso la leva della spesa pubblica.
L’ex assessore al Bilancio, Luca Bianchi