di Giuseppe Terracciano*
“Hanno scelto proprio la nostra Napoli per organizzare la manifestazione del 21 che segue quella di Milano del 14 scorso. A nostro parere la città meno indicata, dal momento che di tutto ha bisogno il capoluogo partenopeo (lavoro, sicurezza, futuro) tranne che di manifestazioni certamente legittime, ma inutili e con obiettivi confusi. La Fiom ha ormai scelto di occupare stabilmente lo spazio che deriva dalla mancata presenza, in parlamento, di un’area antagonista, proseguendo su una scia che viene da lontano, da Bertinotti a Cofferati, oggi a Landini per rappresentare interessi non più adeguati ad un mondo che è cambiato e continua a cambiare ogni giorno.
E’ questa una strada quasi obbligato per Landini e la parte della Fiom che lo segue, perché fermarsi a riflettere equivarrebbe a riconoscere che gli ultimi anni, a partire dalla vicenda Fiat, sono stati anni sprecati in sterili contrapposizioni che hanno indebolito non poco il mondo del lavoro che il sindacato, storicamente, è chiamato a rappresentare. Ma, ormai, la Fiom ha scelto di fare politica, non sindacato, di porsi su una strada che non porta da nessuna parte.
Eppure siamo in un paese dove le fabbriche si trasferiscono all’estero; il Pil continua a scendere; il credito viene concesso solo a chi i soldi ce li ha già; la giustizia è lenta ed inefficiente; la criminalità dilaga; le infrastrutture sono obsolete; il dissesto idrogeologico è spaventoso, ma Landini continua imperterrito nel suo vano protagonismo.
La mera denuncia non basta, la protesta non basta, la Fiom deve tornare a fare il Sindacato; a negoziare ed assumersi le conseguenti responsabilità, come facciamo noi da anni, con coraggio e linearità, avendo sempre come priorità di salvaguardare al meglio, nelle condizioni date, i soggetti che rappresentiamo: i lavoratori. Ecco perché il 21 non saremo in piazza, preferendo dare il nostro contributo a Napoli e al Paese con il lavoro: di demagogia non si vive.
*segretario Fim-Cisl Campania