Secondo l'”Osservatorio nazionale furti di rame”, istituito nel 2012 dal Viminale insieme ai principali enti danneggiati (dalle Ferrovie alla Telecom all’Enel), dal 2011 al 2017 in Italia si sono registrati 106.939 colpi, per un danno stimato in circa 140 milioni.
Quanto alla criminalità coinvolta nei furti, negli ultimi sette anni sono state arrestate e denunciate 22.730 persone.
Rumeni e marocchini
Nel corso degli anni è cambiata solo la composizione “geografica” delle bande, come dimostrano i dati dell’Osservatorio secondo cui, nel 2017, al 45 per cento di italiani finiti in carcere per i furti di rame si è aggiunto il 23 per cento dei romeni e il 20 per cento di marocchini. In ogni caso, italiana o meno, chi si dedica a questa attività criminosa è sempre una persona “specializzata” perché rubare il rame è pericoloso. Occorre sapere dove mettere le mani e avere conoscenze precise del territorio. Bisogna individuare dove e come colpire, soprattutto quando si tratta di furti ingenti effettuati in aperta campagna. In quei casi c’è bisogno di gente che conosca non solo le reti dislocate sul territorio ma che sia anche capace di ripulire il materiale, quello che le grandi compare come Enel e Ferrovie “sporcano” con il catrame proprio per renderlo meno appetibile.
3 euro al chilo e treni nel mirino
Ma, catrame o meno, il mercato clandestino prolifera comunque, perché un chilo di rame costa circa 6 euro mentre quello rubato può essere rivenduto a 3. Nella mappa della crisi che il fenomeno disegna, le ferrovie sono quelle che subiscono i danni maggiori. Soltanto nei primi tre mesi di quest’anno già 147 treni hanno accumulato 48 ore di ritardi per problemi dovuti ai furti di rame, mentre lo scorso anno i treni in ritardo per lo stesso motivo sono stati 2.107. Le tratte più colpite sono state la Roma-Guidonia, laTorino-Asti, la Bologna-Faenza, la Modena-Ancona, la Bari-San Severo e, in Sicilia, la Catania-Lentini. Le ferrovie stimano un danno, negli ultimi anni, pari a 26 milioni.
La mappa dei furti
La Sicilia, in generale, guida la classifica nazionale dei furti, con 1.438 casi solo lo scorso anno, seguita dalla Puglia (1.098) e dalla Lombardia (813).
Negli ultimi tempi, grazie ai maggiori controlli e alle denunce, qualcosa si è mosso. Ma soprattutto le grandi aziende, in particolare del settore telecomunicazioni, stanno cercando in ogni modo di arginare il fenomeno. Come? Utilizzando l’alluminio. Che però ha un difetto: non è un buon conduttore come invece è il rame.