L’ex Ilva di Taranto è nuovamente nell’occhio del ciclone. Dopo un mese di braccio di ferro, poco è cambiato. La richiesta di 5 mila esuberi fatta da Lakshmi Mittal il 4 novembre scorso al premier Giuseppe Conte è diventata, esattamente un mese dopo, 4.700 tagli, di cui quasi 2.900 subito. Già dal 2020. La condizione per rimanere in Italia, messa nero su bianco nelle slide del nuovo piano industriale illustrato ieri al Mise dall’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli, è stata, per il ministro Stefano Patuanelli e per i sindacati, come un pugno in faccia. Il ministro dello Sviluppo economico replica: «Sono molto deluso, l’azienda non ha fatto i passi avanti attesi». I sindacati poi nel respingere subito la proposta hanno annunciato uno sciopero.