Al contrario di quanto si attendevano gli analisti, la Banca centrale europea nella riunione di oggi ha tagliato il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dallo 0,50% allo 0,25%. Una mossa che porta il costo del denaro nell’Eurozona ad un minimo storico. L’Eurotower ha inoltre abbassato – sempre di 25 punti base – il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale: è diminuito al 0,75% con effetto dal 13 novembre. Il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale rimarrà infine invariato allo 0%. Un denaro destinato a costare meno, dunque, che arriverà in grande quantità sui mercati, e che consentirà anche più investimenti anche sul fronte azionario. Non a caso dopo l’annuncio di Francoforte tutti i listini sono schizzati verso l’alto. A picco, invece lo spread e l’euro sul dollaro. DRAGHI – “I tassi resteranno bassi per un periodo esteso di tempo”, ha annunciato il presidente della Bce, Mario Draghi, nella conferenza stampa a Francoforte. “Stimiamo – ha aggiunto – un prolungato periodo di bassa inflazione per l’eurozona seguito da rialzi ma sempre prossimi al 2%”. “Nessun rischio, invece, di deflazione”. In ogni caso la ripresa c’è, “ma è modesta”, ha chiosato Draghi sostenendo che si sta registrando una “crescita modesta nella seconda parte del 2013”. È probabile dunque che la decisione di politica monetaria sia stata da una parte una reazione al peggioramento di alcuni indicatori economici chiave e dall’altra un modo per contrastare la frenata dell’inflazione e il timore della deflazione. Il numero uno dell’Eurotower ha comunque ribadito che l’Europa non si trova nella stessa condizioni in cui era per esempio il Giappone per quanto riguarda il fenomeno della deflazione. Draghi ha ricordato che per un lungo periodo tempo i paesi europei hanno portato avanti un processo “di risanamento dei conti” al pari del settore privato. E tutte queste situazioni “sono la causa primaria della recessione da cui ora stiamo uscendo”. “I fondamentali dell’eurozona sono tra i più forti al mondo con i disavanzi più bassi rispetto a Usa e Giappone”. Secondo Draghi l’area euro “ha un surplus forte e un tasso di inflazione basso ma questo – ha aggiunto – non si traduce automaticamente in una ripresa galoppante ma ci dà i fondamentali con cui portare avanti le politiche economiche. Servono però riforme strutturali in assenza delle quali continueremo a trovarci nella situazione attuale”, ha aggiunto il numero uno della Bce. LETTA – L’abbassamento del tasso di sconto da parte della Bce “è una grande notizia perché dimostra che” l’istituto “ha a cuore le sorti della crescita e della competitività in Europa”. Lo ha detto da Dublino il presidente del Consiglio Enrico Letta, al termine dell’incontro con il prermier irlandese Enda Kenny. Si tratta di “una scelta positiva perché mirata a contrastare il rafforzamento abnorme dell’euro rispetto al dollaro, una delle cause della difficoltà dell’ultimo mese”. Il taglio sul tasso, “consentirà di continuare sulla strada degli investimenti e della crescita” e funge – ha aggiunto Letta – da “ulteriore stimolo ad andare avanti sulla strada intrapresa delle riforme”.