Letta vacilla, ma per ora non cade. Nonostante su di lui aumenti il pressing di chi gli chiede di fare un passo indietro, il premier rilancia il piano d’azione, soprattutto economica, su cui nelle prossime ore cercherà il consenso della sua maggioranza. Oggi, dopo un intenso colloquio di buon mattino con Giorgio Napolitano, ha annunciato quel cambio di passo che tutti gli chiedono da tempo. “Nelle prossime ore – ha detto – presenterò un patto di coalizione alle forze politiche che sostengono il governo”. Un pacchetto molto concentrato “sul lato economico”, in grado di convincere tutti i partiti, Pd compreso. Ma la promessa non basta a placare il coro di mugugni e di inviti più o meno espliciti a farsi da parte. Se Matteo Renzi (dopo aver passato due ore al Quirinale lunedì sera) per ora tace e rimane fermo al suo “chi me lo fa fare di andare a Palazzo Chigi?”, i centristi di governo si espongono di più. Andrea Romano, capogruppo alla Camera di Scealta Civica elogia il premier nel momento in cui lo invita garbatamente al lasciare il passo.
“Enrico Letta – dichiara Romano – è uomo di grande esperienza e sensibilità istituzionale. Sono sicuro che lui per primo comprenda l’esigenza di voltare pagina davvero, aprendo una nuova fase della storia politica di questo paese e arrivando rapidamente ad un nuovo governo che sia guidato anche da un’altra personalità”. “Non si tratta minimamente di una richiesta di dimissioni, che non spetta a noi fare – aggiunge subito – . Noi siamo stati sempre leali. Letta favorisca una stagione che veda un nuovo governo e una nuova figura che lo guidi”. Matteo Renzi? “Questo riguarda il Pd. Finora non ha detto cosa vuole fare. Noi chiediamo da giorni che decida. E se deciderà di impegnarsi attraverso la figura di Matteo Renzi, ben venga Matteo Renzi ma così non si può andare avanti”. Ma Ncd non sembra aver alcune intenzione di avallare questa ipotetica staffetta. E anzi il suo leader Angelino Alfano ci tiene a far sapere che “ho sentito Letta e gli ho detto che noi siamo pronti ad andare avanti”. Ma poi aggiunge che “questa stessa disponibilità deve ottenerla anche dal Pd”.
Ed è proprio il Partito Democratico che a questo punto deve sciogliere la riserva. Con tutta probabilità lo farà nella Direzione anticipata a giovedì proprio con questo ordine del giorno. Lì si vedrà quanto e come la minoranza del partito insisterà perché Renzi si assuma una responsabilità di governo e quanto invece il sindaco di Firenze rifiuterà di assecondare quello che molti osservatori definiscono come “un trappolone” per logorarne la leadership.