Enrico Letta e’ tornato a chiarire che la vicenda personale di Silvio Berlusconi deve restare slegata dalle sorti del governo. “Capisco che ci sia delusione, ma il ‘cupio dissolvi’ non porta da nessuna parte”, ha detto il premier a Malta. “Continuo a non vedere quali alternative serie ci siano” alla situazione attuale”, ha proseguito il premier che ha di nuovo usato la metafora del pilota in pieno volo. “Far scendere l’aereo non serve a niente e nessuno, non cambia niente neanche per il Pdl. E’ necessario guidare fino all’obbiettivo del 2014, con una legge di stabilita’ che deve portare effetti”. Dunque, ha insistito, “mischiare le due vicende non porta da nessuna parte. L’ho detto fin dall’inizio a Berlusconi e l’ho ribadito nei due passaggi della fiducia. Le due vicende vanno separate e se non si separano non c’e’ guadagno per nessuno, solo avvitamento della crisi. La mia linea rimane quella e sono molto determinato”. Secondo Letta, Mettere insieme una maggioranza con partiti avversari alle elezioni “non e’ una passeggiata, ne so qualcosa…”.
Pronti a varare la riforma della legge elettorale
Il governo e’ pronto a varare un decreto per la riforma della legge elettorale, per eliminare il “male assoluto” che e’ il Porcellum, ma solo su eventuale sollecitazione del Parlamento. Letta lo ha chiarito rispondendo ai giornalisti a margine della sua visita a Malta. “La legge elettorale e’ compito del parlamento e mi aspetto che il parlamento dia una risposta”, ha spiegato il presidente del Consiglio commentando l’editoriale di ieri di Michele Ainis sul Corriere della sera in cui si invocava un intervento dell’esecutivo. “E’ evidente che il governo puo’ intervenire per decreto se il parlamento chiede un intervento di urgenza”, ha sottolineato, “fare un decreto contro il parlamento sarebbe una cosa ai limiti della forzatura istituzionale. Se il parlamento lo ritiene opportuno, lo chieda e sono pronto a ragionare. Il Porcellum e’ il male assoluto e metto il governo a disposizione del parlamento, non contro o si creerebbe un corto circuito istituzionale”.
Brunetta attacca: fuori luogo l’ottimismo di Letta
“Sbaglia, quindi, Confindustria? Sbagliano i sindacati, con le loro giornate di sciopero? Ma sbaglia anche Banca d’Italia e Bce, quando frenano ogni ottimismo di maniera circa le sorti dell’economia italiana? A questo coro di critiche, motivate dall’analisi disincantata dei fatti, il presidente Letta risponde con l’immaginifico. Aspettate fino al 2014 e vedrete che le cose andranno meglio”. Cosi’ Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. “Le previsioni macro dicono il contrario. Per citare solo un esempio – aggiunge – le stime del Fmi parlano di una crescita italiana, dal 2013 al 2018, inferiore del 40% alla media dell’Eurozona, che non brilla certo di luce propria. Visto che sara’, in media, di poco superiore all’1%. Percentuali da prefisso telefonico. Poi insiste sul taglio delle tasse. Ma nei suoi conti non considera le maggiori imposte degli Enti locali, a partire da quella sulle abitazioni. L’Uil ha recentemente calcolato il maggior salasso disposto per l’anno in corso. Che non tiene conto di Tasi e Tari: le grandi incognite dei prossimi anni. Ci sara’ il taglio delle spese e la vendita di immobili? Vedremo cosa ci riservera’ il futuro. Intanto – osserva Brunetta – si tagliano le pensioni, nonostante il ‘limite imposto dalla Corte costituzionale’ di cui lo stesso Governo e’ consapevole, ma ha cercato furbescamente di aggirare. Per venire, infine, al dramma di tutti i drammi. Se la ripresa non sara’ ben piu’ robusta delle cifre riportate, la disoccupazione, nei prossimi cinque anni, sara’ sempre intorno al 10%, senza considerare i cosiddetti ‘scoraggiati’. Si puo’ aspettare la fine del 2014 per dover, poi, constatare che quell’ottimismo era fuori posto? O non bisogna invece operare, fin da oggi, per quell’inversione di tendenza che trasforma ‘i sogni in solide realta”?”, conclude Brunetta.